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ORBETELLO (Gr). Mura di Cosa, l’ultimo maquillage.

Il restauro della cinta muraria dell’antica di città di Cosa è alla conclusione. Appaltati i lavori e reperiti i finanziamenti nel bilancio del Comune di Orbetello, entro pochi giorni dovrebbe partire quest’ultimo stralcio per “regalare” a turisti e residenti, la prossima primavera, scavi in grado di essere visitati con un giro unico, senza le precedenti interruzioni dovute a frane e parti pericolanti.
A dare la notizia, non è il politico in cerca di visibilità nell’ormai vivace campagna elettorale, ma la responsabile della direzione artistica per conto della Soprintendenza, dottoresa Gabriella Poggesi, con la quale hanno collaborato, per la direzione tecnico amministrativa, l’ingegner Agostini e il geometra Covitto del Comune di Orbetello.
A oltre dieci anni dalla decisione di sistemare le mura, ecco quindi che ci si appresta a concludere questo che la stessa Poggesi definisce: «un intervento significativo perché, finalmente, sarà possibile mettere in collegamento Porta Romana con Porta Fiorentina».
In pratica, verrà realizzato un sentiero esterno alle mura, che consentirà di percorrerne agevolmente lo straordinario tratto compreso fra Porta Fiorentina (la porta di nord-ovest, da dove attualmente si entra nella città antica) e Porta Romana (posta sotto il foro). Si potrà pertanto accedere da quest’ultima al centro della città, nell’adiacente area del foro, quindi salire all’acropoli, visitare uno dei quartieri residenziali e completare il “viaggio”, osservando nel museo i reperti più significativi restituiti dagli scavi nel centro urbano, presso il porto e nelle necropoli, nell’ambito di un processo di utilizzazione dell’area urbana che – dal III secolo a.C., quando viene dedotta la colonia, – conduce fino al XIII-XIV secolo d.C.
In termini pratici, spiega la Poggesi, l’intervento consiste nel ripristino di due tratti: una porzione della cinta muraria che sta cedendo perché i blocchi sono disconnessi ma ancora ricollocabili. Pertanto – continua – vanno disegnati, fotografati in modo digitale, quindi numerati, smontati e, una volta ripristinata la parte interna e i drenaggi, ricollocati secondo la tessitura originaria in due tratti. In più – va avanti la descrizione della Poggesi – bisogna completare il restauro della Porta Romana, realizzare il percorso lungo le mura per circa 400 metri, come abbiamo già fatto, e quindi aprire al pubblico».
Una bella conquista per il territorio orbetellano e per tutta la Costa d’Argento sempre più tesa ad individuare attrattive nuove rispetto a quelle legate all’ambiente e, per forza di cose, circoscritte a pochi mesi all’anno.
Il turismo archeologico ultimamente sta andando bene ed in considerazione di ciò, poter sfruttare appieno le potenzialità di un sito come questo rappresenta un asso nella manica non di poco conto.
Il tutto con una miriade di modalità, dal teatro estivo tra gli scavi, alle visite guidate per escursionisti e scolaresche.

Del restauro delle mura di Cosa si è iniziato a parlare nel 1999 quando la Soprintendenza ai beni archeologici della Toscana lo ha inserito nel novero dei progetti inviati alla presidenza del Consiglio dei ministri per il finanziamento “8 per 1000”, insieme a quello della città etrusca Roselle con una richiesta globale di circa quattro miliardi. Con il primo stanziamento erogato di ottocento milioni è stato possibile utilizzare la cifra di quattrocento milioni per la realizzazione del primo lotto di lavori in ciascuna delle due aree monumentali. A Cosa, l’intervento ha interessato un tratto di circa cento metri dove si apre la Porta Fiorentina, anch’essa recuperata e aperta mediante l’eliminazione del vecchio cancello di sicurezza, sostituito da una nuova area di accesso.

Autore: Paolo Tana

Fonte: Il Tirreno, 19/01/2010

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