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SANTA MARIA CAPUA VETERE (Ce). All’anfiteatro di Spartaco.

Il ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, ha visitato nel pomeriggio di ieri l’anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere: il secondo al mondo, per grandezza, dopo il Colosseo, ma soprattutto arena dei gladiatori e teatro della leggendaria rivolta capeggiata da Spartaco. Bray, che poi si è recato anche nel vicino Mitreo (il tempio dedicato al culto del dio persiano Mitra: unico esempio del genere nel Mezzogiorno) ha imposto a tutti i suoi collaboratori di mettersi in fila e pagare il biglietto di 2,5 euro.
«È un sito archeologico di straordinaria bellezza – ha commentato il ministro, incontrando i giovani gestori del ristorante Spartacus, appartenente al marchio Amico Bio, aperto lo scorso giugno all’interno dell’anfiteatro e primo esperimento di questo tipo avviato in Italia – e qui potrebbe nascere un modello di compartecipazione pubblico-privato vincente per il rilancio dei beni monumentali. Ma – ha avvertito – occorre coinvolgere l’Università, poiché i siti culturali non possono prescindere dalla necessità di essere tutelati. Se il vostro esperimento funzionerà potrà essere esportato, magari, anche in altri luoghi come la reggia di Caserta e gli scavi di Pompei».
Il funzionario responsabile del sito archeologico, Francesco Sirano, ha ricordato che «si è passati dai 26 mila ingressi annuali ai 41 mila attuali», ma soprattutto che con l’apertura del ristorante con annessa biglietteria è particolarmente aumentata la percentuale di visitatori paganti. Il ministro ha esortato il responsabile della Soprintendenza archeologica a favorire occasioni di richiamo per attrarre più visitatori: «Voi dipendenti siete qui, sui territori, per far vivere i monumenti. La nostra sfida deve essere quella di avvicinarli ai cittadini, fare in modo che le persone li sentano come propri. Insomma, organizzare campus estivi e occasioni per attrarre scolaresche, giovani, turisti. E ai privati – ha suggerito ai gestori del ristorante – spetta il compito di sostenere iniziative di marketing e di miglioramento del sito. Mentre con l’Università sarebbe interessante avviare un percorso di ricerca sulle pietanze gustate dai gladiatori e proporne versioni rielaborate. Senza trascurare la valorizzazione della tipicità alimentare del luogo che è una ricchezza straordinaria e inesauribile».
Purtroppo, la difficoltà di un sito archeologico così prestigioso ma ancora, in parte, sconosciuto (benché la presenza di turisti stranieri pare sia quasi superiore a quella italiana grazie al successo di una serie televisiva americana su Spartacus) è dovuta, in particolare, alla scadente attenzione riservata dalle istituzioni locali: a cominciare dall’assenza di indicazioni stradali che fanno dell’anfiteatro un luogo estraneo al contesto urbano.
«Tornerò tra sei mesi – ha salutato Bray – per verificare cosa avete realizzato. Non posso lasciarvi più tempo, perché non so dirvi se tra un anno sarò ancora al mio posto».

Fonte: Corriere del Mezzogiorno.

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