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ROMA. Domus Aurea. Un futuro sostenibile.

domus aurea

domus aureaLe piogge intense che hanno flagellato Roma negli ultimi giorni hanno colpito in modo particolare la Domus Aurea. Entrando i segni della pioggia sono evidenti sui pavimenti bagnati e qualche goccia mentre si cammina cade ancora sulla testa. Ma c’è una zona, un’area ristretta, in cui la pioggia non è penetrata, quella coperta dal giardino del cantiere pilota, prima tranche di quel “sistema integrato di protezione” (non una semplice sistema d’impermeabilizzazione), che dovrebbe salvare la Domus Aurea, consolidata e messa in sicurezza per i due terzi, dal pericolo di crolli e d’infiltrazioni d’acqua dovuti al peso del giardino e degli alberi del parco soprastante di Colle Oppio.
Inaugurato dal Soprintendente Francesco Prosperetti e dall’assessore capitolino alla cultura e al turismo Giovanna Marinelli si presenta come un giardino che richiama, nelle aiuole e nelle canalette in terracotta per lo smaltimento dell’acqua, il disegno degli ambienti sottostanti. Al posto degli alberi troppo pesanti e pericolosi per le radici che s’infiltrano nel terreno, aiuole fiorite e olle con essenze tipiche del “viridarium” romano, suggerite dalle pitture murali e dai testi antichi, come rosmarino, rose, bulbose, corbezzoli, allori, mirti. I lavori finanziati e diretti dalla Soprintendenza Speciale si sono svolti in soli dieci mesi, dal maggio ’14 al marzo ’15, ma sono stati preceduti da un’accurata fase di studi teorici iniziata nel 2011 che ha riguardato drenaggio, impermeabilizzazione e alleggerimento del terreno che copre la Domus, che da tremila chili al metro quadrato (più gli alberi), è sceso a 750 chili. Dunque un giardino molto più leggero.
E un giardino pensile molto speciale realizzato a quattro strati con materiali diversi e specifiche funzioni, con tubi allacciati in fogna che scaricano l’acqua. Per mantenere all’interno del padiglione neroniano temperatura e umidità costante (gli sbalzi sono micidiali), funziona un sofisticato sistema di monitoraggio con sensori digitali che rilevano i valori trasmettendoli a diversi centri di acquisizione dati collegati a un computer che valuta tutti i parametri e trasmette gli allarmi qualora si manifestino alterazioni non giustificate. Il progetto prevede di impermeabilizzare l’intera area sovrastante la Domus Aurea, circa 16 mila mq, suddivisa in 22 bacini di drenaggio che possono essere costruiti e governati separatamente. Un sistema complesso che registra i valori di umidità e temperatura e ogni aspetto che possa interessare la sopravvivenza del monumento. E che può essere controllato anche a distanza. Terminato il primo bacino, si darà avvio al secondo adiacente al primo con fondi della Soprintendenza. Per completare i lavori almeno nella parte esterna servirebbero 20 milioni di euro (il progetto completo ne prevede 31), per questo occorrono finanziamenti privati, mecenati, anche perché la raccolta con “crowdfunding” ha dato scarsi risultati, solo 15 mila euro. Da qui il rilancio e un programma di sponsorizzazioni. Con fondi adeguati i lavori potrebbero essere conclusi entro quattro anni.
Il primo bacino del cantiere pilota, circa 800 mq, è stato realizzato rimuovendo il terreno che copriva la terrazza traianea, un vero e proprio scavo stratigrafico che, come tutte le indagini di questo tipo, ha svelato qualche segreto. Oltre la sontuosa dimora voluta dall’imperatore dopo l’incendio del 64 d.C. e il complesso termale fatto costruire da Traiano a partire dal 104 d. C. sopra la reggia per cancellare la memoria di Nerone, sono stati individuati i resti di una necropoli del VI – inizi VII secolo con tombe a fossa e di un ampio vigneto impianato nel Settecento quando la zona è diventata rurale. Molto interessanti anche le scoperte relative alla Domus. Viene documentata l’esistenza di un secondo piano al di sopra dell’ala occidentale. Finora un piano superiore era conosciuto solo in corrispondenza del quartiere della sala ottagona.

Autore: Laura Gigliotti

Fonte: www.quotidianoarte.it, 7 apr 2015

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