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BOLIVIA. Confermata la presenza umana a partire dal 8400 a.C.

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bolivia 1E’ di poche settimane fa la notizia che nella Bolivia amazzonica, in particolare nella zona inondabile del Beni, sono state trovate evidenze di una arcaica presenza dell’uomo, risalibile ad almeno 10400 anni or sono, quindi 8400 anni a.C.
Alcuni archeologi di fama internazionale, tra i quali Umberto Lombardo, hanno dimostrato che in alcune collinette o terrapieni ubicati nella cosidetta pianura alluvianale del Beni, zona occupata in seguito dalla civiltà dei Moxos, a partire dal 500 a.C., sono state trovate ossa di animali, conchiglie e resti di carbone che sono stati datati all’8400 a.C.
Sono state trovate tracce d’argilla bruciata e questo può indicare che si utilizzavano dei processi di cottura rudimentali.
Tutto ciò cambia la visione del popolamento antico della zona amazzonica percorsa dai fiumi Beni, Mamoré e Madre de Dios.
bolivia 2Certo, i resti trovati e datati da Umberto Lombardo si riferiscono ad un’occupazione umana di cacciatori e raccoglitori, quindi non possiamo ancora parlare di una “civiltà amazzonica antidiluviana”, ma comunque un’occupazione della Bolivia amazzonica risalente al 8400 a.C. è di per sè un dato molto interessante, che stravolge le conoscenze attuali.
Anche se la civiltà dei Moxos, della quale mi sono occupato in vari articoli, si è sviluppata più tardi, intorno al 500 a.C. quando l’uomo ha iniziato ad utilizzare l’agricoltura, il dato ottenuto da Umberto Lombardo è importante, perchè costringe a riconsiderare il popolamento antico in America del Sud, anche alla luce di altri ritrovamenti.
Per esempio nel sito di Monte Verde, in Cile, dove furono trovate ossa di mastodonte, resti di alimenti, cordami, resti di carbone, legno, resti di carne di antenati di lama e resti di molte piante. Il sito in questione si è conservato perché fu sommerso da torba e altri resti di vegetali. Oltre a ciò al di sopra della cappa di torba si è trovato un deposito di ossido di ferro di origine vulcanica.
I resti di carbone trovati sono stati datati con il metodo del Carbonio 14. Il risultato, sorprendente, di 12.800 anni prima di Cristo.
Durante altri scavi condotti nel 1997 si sono trovati altri resti di fuochi. Il carbone di questi ultimi fu datato a 31.000 anni prima di Cristo. Tutto ciò ha portato a riconsiderare completamente la teoria di Clovis, che indicava il sito ubicato nel Nuovo Messico come il più antico dell’intero continente americano.
Vi è poi il sito di Pedra Furada in Brasile, nello Stato del Piauí, dove l’archeologa Niede Guidon ha ritrovato alcuni resti umani datati 10000 anni prima di Cristo. Secondo la famosa archeologa sono stati trovati dei resti di fuochi il cui carbone è stato datato 60000 anni fa.
Tornando all’Amazzonia vi è poi la caverna della Pedra Pintada, (da non confondere con la colossale Pedra Pintada del Roraima), situata presso la cittadina di Monte Alegre (Stato del Pará, Brasile), che fu studiata in modo approfondito dall’archeologa Anna Roosvelt, nel 1991/1992.
La studiosa individuò 20 strati di terra che furono datati con 56 prove del radiocarbonio e 13 prove di termoluminescenza. Lo strato più antico, dove furono trovati strumenti in pietra e quarzo fu datato al 9300 a.C.
In seguito a questi dati si può giungere alla conclusione che in Amazzonia, intorno al 9300 a.C. fa vi erano già gruppi umani che vivevano in società stratificate, anche se non si puó parlare di civiltá.
Ma cosa era successo proprio intorno al 9500 a.C.? La cosidetta estinzione della megafauna fu causata da uno stravolgimento climatico di inaudita potenza, che molto probabilmente cambiò il clima in Amazzonia, rendendolo più umido. Tuttò ciò spinse alcuni indigeni amazzonici come alcuni gruppi di Arawak, ad emigrare verso l’altopiano (gli Uros del lago Titicaca hanno un’origine amazzonica).
Altri invece si riorganizzarono in Amazzonia e diedero poi origine a cultura raffinate come quella dei Moxos, nella zona del Rio Beni e Mamorè o alle culture che crearono i geoglifi amazzonici nell’attuale zona dello Stato brasiliano dell’Acre.

Autore: Yuri Leveratto

Fonte: http://www.yurileveratto.com , 27 ott 2013

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