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ROMA: Appia, la supervilla degli abusi edilizi.

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villa appiaAppia, la supervilla degli abusi edilizi Verande e tunnel tra gli antichi sepolcri Una storia di abusi edilizi, danni ai resti archeologici e il sospetto della falsificazione di vecchi dati catastali. Con un indirizzo che fa viaggiare Google Earth nel cuore del parco dell’Appia Antica, a metà del III miglio della Regina Viarum. Una villa sfarzosa, di proprietà di Carlo De Martino e della moglie, l’architetto Mariastella Giorlardino, amministratrice unica della Chea, una società che gestisce una rete di centri clinici e diagnostici.
È lo scenario di feste mondane, di incursioni di Dagospia tra attori e politici, ma anche di due cisterne romane e resti di antiche tombe, nel tratto dal Belvedere di Cecilia Metella a Casal Rotondo, dove si allineano tanti sepolcri di età repubblicana e imperiale.
Dentro la villa colonne con imitazioni di capitelli corinzi e cristallo e muratura per chiudere quello che prima era un portico aperto. E poi la piscina, un lungo tunnel sotterraneo, la cascata d’acqua che scende per 25 metri da una parete di basalto di un’antica cava romana.
L’acquisto è del 22 ottobre del 2007, ma dal 2008 al 2010 il casale, di forma circolare, si trasforma. Viene chiuso il portico sul lato nord, moltiplicate le superfici. Non solo: spunta una nuova costruzione, una veranda con le enormi vetrate di cristallo e acciaio, realizzata sopra il terrazzo di copertura dell’edificio sottostante, dove prima si affacciava un vecchio forno, e si collegano, con l’abbattimento di una parete, i due corpi di fabbrica. Risultato? Un ampliamento abusivo della volumetria di 400 metri cubi.
Non solo. Nelle foto delle feste che inondano la rete si vedono gli oblò che captano la luce e indicano la presenza di un tunnel sotterraneo, scavato a forza di picconi, che allunga consistentemente un percorso precedente e termina con ulteriori nuovi ambienti.
È sulla base di queste indicazioni che Massimo Miglio, lo “sceriffo contro l’abusivismo” con il sindaco Veltroni ora assessore all’Urbanistica dell’VIII Municipio guidato dal minisindaco Andrea Catarci, chiede al comandante dei vigili dell’VIII gruppo il 2 ottobre, “un sopralluogo congiunto all’interno della proprietà” per “rilevare con esattezza l’entità e la qualità delle trasformazioni effettuate in possibile danno alle preesistenze archeologiche”.
Si tenta una visita il 3 ottobre. Ma il cancello della villa rimane sbarrato: non ci sono i proprietari. Scattano le indagini di polizia giudiziaria. Il sopralluogo avviene il 9 ottobre.
Un particolare della relazione di Miglio, che negli ultimi anni ha scoperto e abbattuto migliaia di metri cubi abusivi, dalla veranda dell’attrice Lory Del Santo ad un intero borgo nel parco di Veio fino alla sopraelevazione di Palazzo Fendi, parla addirittura di elaborati catastali risalenti al 1939 “che apparirebbero vistosamente artefatti” e “rappresentano una consistenza catastale in contrasto con tutti gli elaborati grafici e descrittivi, compresa una perizia giurata e rilievi fotografici, inseriti negli atti di compravendita”.
Infine un’ultima istantanea: nel giugno del 2010 per la villa c’è una “variazione di classamento catastale per ampliamento e diversa distribuzione degli spazi interni”. E i vani, che prima erano 9,5, diventano 16.
“Durante il sopralluogo” racconta Miglio “i tecnici del Municipio e i vigili sono stati seguiti da guardie del corpo private alla presenza di due avvocati e un geometra dei proprietari. Si è vista la struttura in acciaio che ha chiuso il portico e quella vicina della veranda. E nel sottosuolo il tunnel scavato senza alcun permesso, né urbanistico, né della soprintendenza”.
“L’Appia Antica per noi” afferma Catarci “è una sorvegliata speciale e nell’ambito del controllo del territorio, che è urgente proseguire insieme alla soprintendenza, si è raggiunto questo importante risultato: non daremo tregua agli abusi. Se il Comune e la Regione ci dessero i fondi per le demolizioni che abbiamo richiesto si potrebbe fare molto di più per far risorgere l’Appia Antica”.
“I danni archeologici fatti” spiega Rita Paris, direttore per l’Appia Antica della Soprintendenza e ora anche consigliere comunale “saranno accertati nel corso di un ulteriore sopralluogo che abbiamo chiesto, ma si può già dire che l’area della villa è interessata da testimonianze archeologiche importanti fuori e sotto terra. Scavando un tunnel i lavori potrebbero addirittura aver danneggiato un monumento sepolcrale probabilmente destinandolo ad un uso improprio, residenziale. Infine in una riunione con gli uffici tecnici del municipio si è accertato che la planimetria catastale con cui ci avevano chiesto pareri per fare alcuni interventi non era veritiera”.
“Nel 2008” conclude Miglio “i guardiaparco dell’Appia sequestrarono il portico e la veranda abusiva in costruzione, ma, grazie agli atti catastali non corrispondenti, i proprietari ottennero le autorizzazioni e l’archiviazione del procedimento penale, che, dopo i nuovi accertamenti, sarà riattivato dalla procura”.

Autore: Paolo Boccacci

Fonte: roma.repubblica.it, 13 ott 2013

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