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Vincenzo Stasolla, Angelo Moro, Miki Marchionna, Vittorio Giacoia, Un esempio di actuopaleontologia per lo studio dei processi biostratinomici della microteriofauna. Grotta degli Strigiformi (Ginosa – Taranto).

A proposito di clima! Nel corso dell’evoluzione umana le condizioni climatiche e ambientali sappiamo essersi susseguite con l’alternanza di fasi fredde e fasi temperate. La ciclicità di questo fenomeno è documentata con l’apporto della biostratigrafia, vale a dire la sequenza ricostruita dei rapporti tra strati contenenti resti di origine animale e vegetale, dal più recente al più antico.
Oltre alla paleobotanica, tra le discipline più interessanti che in archeologia intervengono in tal senso, resta la paleontologia che, con l’archeozoologia, riveste un ruolo chiave per la ricostruzione e interpretazione dell’ambiente del passato e delle relazioni dell’uomo in esso, soprattutto in ambito preistorico. Il paleontologo, infatti, riesce a ricostruire clima e ambiente grazie alla classificazione dei resti fossili di micro e macrofauna, rinvenuti durante lo scavo, e ad associare le specie riconosciute ad un determinato ambiente. Riveste un ruolo chiave lo studio dei micrommammiferi, piccoli vertebrati che grazie alla loro elevata dispersione, rapida evoluzione ed estinzione, offrono informazioni abbastanza dettagliate su ambiente, clima e fasi di occupazione umana.
Un preliminare studio di actuopaleontologia, chiarisce le modalità di svolgimento dei processi biostratinomici della microteriofauna (microtini, arvicole, etc.), vale a dire la successione temporale degli eventi che avvengono a partire dalla morte dei roditori. Per tale ragione è stato preso in esame il contenuto neontologico del sedimento superficiale di una cavità, denominata per la circostanza Grotta degli Strigiformi (o del Barbagianni), localizzata a Ginosa in provincia di Taranto, nel cuore della Terra delle Gravine.
Questo breve contributo preliminare, teso a spiegare il processo che porta alle tanatocenosi a micromammiferi, prende avvio da uno studio in seno alla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Preistoria e Protostoria dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’.

Al Lettore: Si specifica che il recupero ha riguardato materiale neontologico, ossia in deposizione contemporanea, per il quale è stata in ogni caso informata la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, ai sensi del d.lgs 42/2004.

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Contatti:
Vincenzo Stasolla (Università degli Studi di Bari) – tel. cell. +39 327 30 31 282 – e-mail: vinc.stasy@gmail.com
https://www.researchgate.net/profile/Vincenzo_Stasollahttps://uniba-it.academia.edu/VincenzoStasolla

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