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ROMA. Restauro e reintegrazione delle murature e scavo archeologico nel Tempio di Minerva Medica.

Si sperava che sarebbe stato aperto alle visite per il Giubileo il Tempio di Minerva Medica (così detto da Pirro Ligorio nel XVI secolo), che dà il benvenuto a chi da Nord giunge in treno a Termini. Così non sarà almeno per ora. Ma è stata messa in sicurezza e quindi si potrà passare all’allestimento di un luogo in cui presentare la ricostruzione per poi renderla visitabile.
Si tratta di un’aula monumentale decagonale a servizio di una residenza aristocratica se non addirittura imperiale, realizzata nei primi decenni del IV sec. d. C. con una tecnica sofisticata, sperimentale, tipica dell’arte costantiniana, che ha affascinato studiosi e artisti. Molto articolata nella pianta, con murature ridotte, assottigliate e slanciate e grandi vuoti che resero necessari ben presto lavori di consolidamento, la costruzione di contrafforti e la chiusura di molte aperture.
La terza cupola per ampiezza di Roma, dopo il Pantheon e le Terme di Caracalla, collassò nel 1828. In occasione della mostra su Costantino è stata elaborata la pima ricostruzione virtuale anche sulla base dei frammenti decorativi superstiti. L’intervento attuale di consolidamento e restauro e di messa in sicurezza del monumento, dopo una serie di attività preliminari, è iniziato nel 2012 con una campagna di rilievi, analisi e indagini conoscitive e l’impiego di strumentazioni innovative come video-endoscopie, georadar, tomografie.
La visita con i responsabili del cantiere e della Soprintendenza riserva informazioni che lasciano ben sperare per il futuro. Apertura fra due anni? Chiede qualcuno.
“Dipende dai fondi, servirebbe meno di un milione di euro, ma un conto darli tutti insieme, un conto poco alla volta. Il cantiere è operativo”, precisa il Soprintendente Francesco Prosperetti, che sottolinea la particolarità di questa architettura romana giunta ai suoi estremi sviluppi, fragile fin dagli inizi. Che il tram che passa accanto con le sue vibrazione danneggia ulteriormente. Un monitoraggio si sta facendo anche al Colosseo per le vibrazioni della Metro e le sollecitazioni dei visitatori sugli ambulacri. Si tratta di un restauro che attende da molti anni di essere concluso, dopo il crollo della cupola. Già nel 2010 vennero fatte indagini a campione sulle fondazioni spendendo oltre 2 milioni di euro per la parte alta.
“Negli ultimi anni gli interventi si sono svolti in due tempi, precisa Salvo Barrano coordinatore per il settore archeologico, dal 2012 al 2014 e nel 2015. Hanno riguardato il consolidamento della parte strutturale aperta e l’area centrale, precedentemente indagata solo a macchia di leopardo. Si scopre che problemi vi furono già in corso d’opera, determinati non solo dal tipo di costruzione con grandi aperture, ma anche dal terreno in cui sorse, accidentato e senza piani omogenei. Da qui contrafforti e speroni esterni.
“Nelle vedute del ‘700 i cronisti parlano di una fontana al centro, di cui non c’è traccia, mentre come precisa Marina Magnani progettista e direttore dei lavori, si è scoperto che le tre nicchie in fondo, chiuse, erano dotate di un pavimento riscaldato.
Le indagini fin qui eseguite hanno messo alla luce frammenti decorativi e consentito di conoscere le fasi costruttive a partire dal 1° sec. a. C. L’area l’Esquilino era occupata da giardini e horti del patriziato e dei liberti. Sappiamo che la zona era nella sfera di controllo degli imperatori anche in epoca domizianea. Come testimonia una corniola e il tipo di anfore ritrovate nel terreno diffuse da Nerone ai Flavi.
“Quello che accadde nel III sec d. c., anni di anarchia, di imperatori soldati, non si sa. Inizia allora un periodo di restituzioni. Erano imperatori che a Roma risiedevano pochissimo e avevano bisogno di denaro”, ricorda Mariarosaria Barbera responsabile del procedimento ed ex Soprintendente archeologo a Roma.
La visita in anteprima con i regolamentari caschi protettivi era al cantiere di “restauro e reintegrazione delle murature e scavo archeologico” di Minerva Medica all’Esquilino, ma è l’attualità, il Colosseo e il turismo legato all’archeologia a portare il discorso altrove. Dopo l’allerta dell’Fbi sugli obiettivi a rischio di attentato a Milano e Roma e il messaggio inviato dall’Ambasciata Usa ai grandi tour operator (per l’archeologia a Roma valgono il 20% degli introiti), si registra la richiesta di rimborso di biglietti d’ingresso al Colosseo e il dimezzamento delle prenotazioni on line.
A dare la notizia piuttosto preoccupante è il Soprintendente Prosperetti. “Non è un buon segnale. La questione sicurezza del Colosseo era già nel nostro cuore”, dice ricordando che per evitare assembramenti e file è stato già deciso lo spostamento della biglietteria che sarà inaugurata l’8 dicembre. “Si sta lavorando con il Comune – precisa – per mettere dei metal detector all’esterno del Colosseo in modo da controllare le persone e le borse. Il modello è l’Expo, occorre mantenere lo stesso livello di sicurezza”, aggiunge. E non a caso si pensa a noleggiare le medesime apparecchiature che sono sul mercato. “Stiamo rendendo operativo un accordo di apertura dei resti di Torpignattara, il Mausoleo di Sant’Elena, in accordo con la Parrocchia (che toglierà il campetto di calcio) e il Comune per il finanziamento della sistemazione del viale di accesso e di nuove alberature – annuncia Prosperetti – Si tratta di un complesso coerente per stile e datazione con la presenza di Costantino”.
Un grande innovatore non solo in campo religioso, ma anche in altri, grazie a un gruppo di architetti dell’epoca di Massenzio che sperimentano e pensano all’Oriente, ricorda Barbera.

Autore: Laura Gigliotti

Fonte: www.quotidianoarte.it, 1 dic 2015

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