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ROMA. Nei sotterranei della Scuola Spagnola riaffiorano le “Mura dei Re” e un mausoleo “segreto”

mausoleo

Una scoperta per caso, riaffiorata durante i lavori nello scantinato. È bastato buttare giù una parete per allargare un ripostiglio per trovarsi di fronte a murature millenarie. Sorprese che solo Roma riesce a regalare. Soprattutto se l’edificio è a pochi passi dal Foro di Traiano. Ed è così che dai sotterranei della sede della Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma, tra via di Sant’Eufemia e via delle Tre Cannelle, sono riemersi i resti delle originarie Mura di Roma nella fase di ristrutturazione del IV secolo a.C. dopo l’invasione dei Galli, insieme ad un grande monumento funebre di età repubblicana.
Un lavoro di scavo, indagine e studio avviato sei anni fa nel cuore di Roma, in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Roma, proprio nei sotterranei della prestigiosa istituzione che fa capo al Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica (CSIC), e che offre testimonianze strategiche per la ricostruzione storica della città.
mausoleoCome viene spiegato dettagliatamente nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito dell’istituzione spagnola, l’équipe di archeologi guidata dal direttore Antonio Pizzo ha portato alla luce: «una struttura di grandi blocchi di pietra appartenente ai lavori di ristrutturazione del muro che proteggeva la città nel IV secolo a.C. Nonostante l’importanza di questa zona – si legge nel comunicato dell’istituzione – emblematica della capitale italiana, situata al confine tra il foro di Traiano e uno dei sette colli di Roma, il Quirinale, fino ad ora non si conoscono elementi archeologici validi per ricostruirla storicamente».
Non solo. Ma le indagini di Pizzo, direttore della Scuola Spagnola di Storia e Archeologia a Roma, hanno rivelato – come si legge nel testo – la planimetria completa di un edificio funerario del I secolo a.C. dedicato a un influente personaggio della tarda Repubblica Romana.
«La persona che fu sepolta qui doveva avere un ruolo rilevante nella tarda repubblica romana, come Gaio Bibulo, che fu sepolto nelle vicinanze e al quale la città e il Senato romano avevano concesso terreni per il suo monumento funebre, in riconoscimento dei loro meriti e valore», dichiara Pizzo nel comunicato stampa. «Il monumento scoperto è simile a quello di Cayo Bibulus, sebbene più monumentale, poiché per erigerlo sono stati utilizzati materiali di ottima qualità. Gli archeologi sperano che il progetto di scavo identificherà chi era il suo influente proprietario».
Quanto alle Mura, come vanno interpretate?
«I resti rinvenuti consistono in una struttura di contenimento legata a una delle grandi riforme della cinta muraria di Roma del IV secolo a.C.», dichiara Antonio Pizzo nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito della Scuola Spagnola. «In precedenza, nel VI secolo a.C., era stata costruita una prima fortificazione, attribuita al re Servio Tulio, con un perimetro di circa sette chilometri. Due secoli dopo, dopo l’invasione dei Galli nel 390 a.C., la cinta muraria fu ricostruita in parte seguendo il percorso della precedente, un processo durato quasi 25 anni. Misurava quattro metri di larghezza e 10 di altezza, raggiungeva una lunghezza di oltre 11 chilometri e delimitava circa 430 ettari», precisa Pizzo nel testo.
La grande infrastruttura di contenimento delle pendici del Quirinale è stata realizzata con opus quadratum, una sorta di piattaforma in blocchi di pietra posta in grandi filari. Come viene spiegato nel comunicato dell’Istituzione spagnola, dalla fine del III secolo a.C. il muro iniziò a subire diverse e copiose piene del fiume Tevere e ad essere ricoperto di fango e detriti organici che si accumulavano sulla sua superficie.
«La costruzione del muro nel IV secolo a.C., con le sue diverse opere di contenimento, ha rappresentato uno dei maggiori investimenti nella storia di Roma in termini di risorse umane e finanziarie. Simbolicamente significava anche ridare nuova vita alla città dopo la catastrofe causata dall’invasione dei Galli. Per secoli ha continuato a trasmettere l’idea di forza urbana ed è diventato un riferimento topografico fondamentale nello sviluppo della Roma imperiale», dichiara il ricercatore del CSIC nel comunicato stampa.
mausoleoIl “Mausoleo segreto”.
A suggestionare è anche il grande monumento funerario, costruito molto probabilmente all’inizio del I secolo a.C. Come viene spiegato dal sito della Scuola Spagnola, l’équipe ha potuto ripristinare l’impianto completo dell’edificio funerario e stabilire che esso fosse costituito da un basamento inferiore e da un corpo monumentale sovrapposto che, originariamente, conteneva la sepoltura di un unico personaggio e che, successivamente, con un sistema di tombe collettive, ha accolto i resti dei loro discendenti. Si tratta, secondo i ricercatori, di un monumento «di grande importanza perché situato in un luogo pubblico della città, su un terreno che il Comune avrebbe assegnato tramite concessione pubblica».
Con le trasformazioni dell’area al tempo di Traiano, II secolo d.C., la zona archeologica documentata sotto la Scuola Spagnola entrò a far parte del complesso sistema di edifici direttamente collegato ai mercati di Traiano, un complesso monumentale con la funzione di ospitare gli uffici di gestione imperiale nell’ascesa dell’Impero Romano.
«L’importanza di questi ritrovamenti – dichiara Antonio Pizzo nel comunicato stampa – consiste nella possibilità di interpretare l’evoluzione storica di un’area dell’antica Roma in uno spazio ristretto, testimone di una continua attività edilizia legata alle grandi trasformazioni urbane e eventi eventi storici più significativi dell’Urbs».

Autore: Laura Larcan

Fonte: ilmessaggero.it, 8 feb 2021

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