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ROMA: A ridosso della Via Aurelia, ad un passo da San Pietro, c’è un gioiello poco conosciuto.

Gli edifici sepolcrali di età augustea di Villa Doria Pamphilj. Ne parliamo con il responsabile, l’archeologo Fiorenzo Catalli della Soprintendenza Archeologica di Roma.

1 D.) Direttore Catalli è proprio così sconosciuta quell’area?
In realtà l’area archeologica fu scavata dalla famiglia Doria Pamphilj, nel 1820, anche se già durante la costruzione della Palazzina dell’Algardi, nella metà del 1600, sono stati fatti dei ritrovamenti.
È un’area archeologica limitata a resti di edifici sepolcrali che coprono un arco cronologico che va dall’età augustea fino alla metà del secondo secolo dopo Cristo. E’ indubbiamente una porzione minima di una necropoli ben più vasta che doveva coprire, com’era d’uso, entrambi i lati della Via Aurelia in uscita dalla città, quindi al di fuori della zona abitata. La zona archeologica di Villa Doria Pamphilj è dunque un’area d’interesse funerario con sepolcri che rientrano nella categoria dei “colombaria” ovvero quei sepolcri che prevedono esclusivamente il rito della incinerazione. Le ceneri del defunto sono raccolte e depositate in piccole “olle” che sono già inglobate nella muratura. Le strutture murarie sono decorate con pittura ad affresco e arricchite da preziosi mosaici pavimentali.
Un paio di tombe ci documentano il passaggio dal rito dell’incinerazione a quello dell’inumazione Questo passaggio è avvenuto, anche per altre testimonianze, intorno alla metà del secondo secolo dopo Cristo, probabilmente in relazione anche all’affermarsi della dottrina cristiana o comunque di altre dottrine che prevedevano e predicavano la non distruzione fisica del corpo del defunto.

2 D. E’ vero che si può vedere una epigrafe funeraria di una guardia del corpo?
Si, fra un centinaio di iscrizioni funerarie che sono conservate nell’area archeologica di Villa Doria Pamphilj c’è anche una iscrizione di un certo “Phoebus” che dichiara, in maniera esplicita, di essere un “corporis custos” ovvero una guardia del corpo di Nerone. E’ una iscrizione interessante perché documenta l’esistenza di un cimitero specifico per questi soldati lungo la via Aurelia. Si tratta di soldati, come dice l’iscrizione, non di origine latina ma di origine germanica e probabilmente la scelta non era casuale in quanto dovevano essere il più possibile al di fuori del mondo romano, per evitare amicizie pericolose per il tipo di lavoro che svolgevano.

3 D.) E’ vero che proprio le guardie del corpo di oggi hanno creato una sorta di pellegrinaggio laico con tanto di gesti scaramantici a questa epigrafe?
R. Si, l’epigrafe raccoglie un buon successo fra le guardie del corpo di personaggi importanti e illustri che vengono per le riunioni del Governo italiano nella vicina Villa Algardi, perché evidentemente si tratta di un loro collega. Un collega che, però, come dice esattamente la iscrizione, fece il militare per sette anni ma morì all’età di venticinque. Una età molto giovane.

4 D. Se dovesse segnalare un’altra curiosità, cosa indicherebbe?
R. Sicuramente il “pezzo” più interessante dell’area archeologica di Villa Doria Pamphilj è il “colombario” che chiamiamo di Scribonio Menophilo in quanto sul pavimento vi è un’iscrizione a nome di Caius Scribonius Menophilus. Fu la persona che pagò materialmente la somma di denaro per la realizzazione del mosaico. Il colombario dispone di 515 spazi: quindi è il risultato degli sforzi economici congiunti di più famiglie per creare il luogo comune di riposo per i loro defunti.
L’interesse di questo colombario, che è stato scoperto nel 1984, sta nell’altissimo livello di conservazione, che ha permesso di mantenere intatti non solo i mosaici delle tre piccole stanze ma anche una buona porzione di affresco dal cui esame è possibile ricavare una serie di notizie relative alla distribuzione delle olle, per noi assolutamente sconosciute e non documentate. Nel colombario vi sono delle iscrizioni che ci confermano una sorta di compravendita di queste olle. La stessa persona poteva acquistarne tre, quattro, cinque e cosi via utilizzandole per sè e per i propri parenti, e nel caso di poterle anche rivendere ad altri. Alla stessa maniera possiamo immaginare che il costo di uno spazio cinerario ad un livello comodo o ad un livello alto, perciò più scomodo, avesse un prezzo diverso. Questo è legato alle capacità, alle possibilità economiche del defunto o meglio dei parenti del defunto.

5 D.) Quali sono le modalità per visitare la zona archeologica di Villa Pamphilj?
L’area archeologica è già stata visitata da diverse associazioni culturali e da diversi gruppi. Concedo sempre volentieri il permesso di visita perché credo che questa area archeologica vada assolutamente valorizzata. C’è un unico elemento da considerare: l’area archeologica è all’interno di una area in uso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che la utilizza come rappresentanza del Governo Italiano. Quindi dovendo rispettare necessarie misure da rispettare, è necessario che io abbia un elenco dei nominativi di tutti i partecipanti con nome cognome luogo e data di nascita. La Soprintendenza Archeologica sotto cui cade la giurisdizione dell’area archeologica di Villa Doria Pamphilj, è ben felice di accogliere i visitatori.

Fonte: CulturalWeb 17/03/2006
Autore: Maurizio Cerulli
Cronologia: Arch. Romana

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