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REGGIO CALABRIA. Il mondo preistorico nell’apogeo agatino.

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Casuale ma eccezionale la scoperta archeologica in prossimità della fiumara del Sant’Agata. Dell’Apogeo Agatino si è discusso qualche giorno fa a San Salvatore, nella sede della Pro loco di Reggio Calabria.
La localizzazione della scoperta è uno dei balconi più suggestivi sullo Stretto, un promontorio che, dall’alto, domina non solo le frazioni reggine di San Salvatore, Cataforio e Mosorrofa, ma anche quelle di Vinco, Pavigliana ed Armo.
Il Progetto è stato portato avanti con la Pro loco di Reggio Calabria San Salvatore, dalla Commissione “Agathé” e dall’ associazione “L’Antro di Thelema”.
All’incontro, tra gli altri, c’rano il presidente dell’associazione “L’Antro di Thelema” Giuseppe Marino che ha presentato al pubblico la scoperta, insieme al vice presidente Maria Stella Macheda. Proprio loro due insieme hanno ritrovato l’importante sito preistorico denominato Agatholithos.
Ospite di riguardo della serata lo studioso del neolitico Domenico Raso, che ha valorizzato i megaliti di Nardodipace. C’era anche il presidente della Pro loco Antonino Ripepi.
“Una scoperta avvenuta quasi fortunosamente quest’estate dopo un’incendio – racconta Marino nel corso della conferenza stampa – ci siamo accorti della presenza di alcune pietre sistemate in una forma particolare, da ricondurre a una struttura neolitica”.
Si tratta di grandi pietre strutturate con l’orientamento est ovest, tipico di quelle zone sacre che avevano due o quattro accessi. Sono solo alcune ipotesi che dovranno essere approfondite e vagliate ma che lasciano ben sperare.
“È una visione che serve a delineare una mappa delle origini del nostro territorio – prosegue Marino – tra l’altro si possono distinguere due aree: la zona superiore sacra e quella inferiore estesa come centro abitato”.
Un’ area complessiva di circa quattrocento metri quadri.
Il passo successivo sarà lo studio e la valorizzazione. Per far questo però “abbiamo bisogno di esperti e proseguire con indagini moderne e scientifiche – chiude Marino – da soli non possiamo fare molto, occorrono un geologo, un antropologo ed un archeologo”.

Autore: Gabriella Lax

Fonte: Calabria Ora, 27/12/2010

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