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MANTOVA. Corredo funebre d’oro per il bimbo longobardo.

La teca è al centro del salone… un cuore di vetro che abbraccia la storia. Appoggiato sul velluto rosso l’importante reperto in oro sembra quasi un ricamo. E’ parte di un corredo funerario di età longobarda che apparteneva a un bambino.
E’ databile tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo ed è stato ritrovato la settimana scorsa in un’area del centro storico dove si stanno effettuando dei lavori monitorati dalla Sovrintendenza. Reperti preziosi esposti da ieri mattina al Museo Archeologico di Mantova: sono gli elementi in oro della decorazione di una cintura. Accanto anche una crocetta in lamina d’oro che in origine doveva essere cucita sul sudario del bimbo. Ed è proprio la particolarità del materiale che ha consentito la rapidissima esposizione.
«E’ vero – spiega sorridente Elena Maria Menotti, direttore del museo e responsabile del Nucleo operativo della Sovrintendenza Archeologica – essendo l’oro un materiale nobilissimo che non si altera nel tempo, una volta recuperati gli oggetti sono stati solo ripuliti dal terriccio e non è stato necessario alcun intervento di restauro. I reperti sono così belli che ci sembrava giusto esporli subito al museo, abbiamo allestito tutto in tempi rapidissimi proprio perché volevamo fare un regalo alla città».
Un ritrovamento prezioso come si diceva e che testimonia la “ricchezza” della città anche nel periodo dell’Alto Medioevo. Ma quali particolarità ha questo ritrovamento?
«La sepoltura risale come si diceva all’inizio del VII secolo – continua Menotti – e con tutta probabilità il bimbo apparteneva a una famiglia importante dell’epoca. Lo si evince dal tipo di oggetti. Le decorazioni da cintura non sono funebri, venivano portate dal defunto perché era ciò che apparteneva al suo abbigliamento in vita. Nel Mantovano ne abbiamo rinvenute in bronzo o in ferro ma questo è il primo caso in oro. In altre parole queste sono le prime decorazioni in oro da cintura e la cosa straordinaria è che appartenevano a un bimbo».
Per ragioni di sicurezza la Sovrintendenza non ha diffuso i dettagli dell’area dove è avvenuto il ritrovamento. Ma quella in mostra non è l’unica scoperta.
Il corredo si completa infatti di vasellame in bronzo e ceramica, una collana in argento, vasi in pasta vitrea e una moneta che fungeva da medaglia. La collana in origine era indossata dal piccolo (sono emerse tracce di scheletro e frammenti di denti da latte) mentre gli ornamenti erano a fianco. Tutto questo materiale sarà restaurato e sarà esposto al museo successivamente.
L’importanza di Mantova anche in età molto antica è evidente. E in una teca speciale la città mostra le sue testimonianze più interessanti, dalla fine del primo millennio a.C. sino al Rinascimento. Ci sono l’ascia neolitica in pietra verde rinvenuta in piazza Sordello, la ceramica del periodo del Bronzo Finale (Gradaro).
Materiale che testimonia i rapporti della città con i territori circostanti. In mostra anche i reperti etruschi di piazza Santa Barbara, gli intonaci della Domus, il materiale di età matildica e le ceramiche rinascimentali.
«Nelle sale del museo in occasione della Settimana della Cultura – conclude la direttrice – abbiamo un nuovo allestimento con altri pezzi e il pubblico potra ammirare, oltre a queste novità, anche le ambre dell’età del bronzo che provengono dalla zona dell’isola del Mincio».

Autore: Cristina del Piano

Fonte: La Gazzetta di Mantova, 21/04/2012

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