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GIUGLIANO (Na). Liternum a rischio sparizione.

Una mareggiata potrebbe sommergere Liternum, la città di Scipione l’Africano. E addio tracce del sito archeologico – edificato sulla sponda di Lago Patria nel 194 a.C. – riportato alla luce nel dopoguerra nel corso degli scavi per la realizzazione dell’ultimo tratto della Circumvallazione esterna.

Ma cosa succede? L’area si allaga ai primi nubifragi e a nulla servono per porvi rimedio i continui Sos agli enti competenti da parte di associazioni e imprenditori che da anni sognano la riqualificazione della zona.

Della bellezza del sito archeologico si sono accorti persino cinque parlamentari del Nord, i quali avevano rivolto un appello al ministro Bondi, rimasto purtroppo ancora inascoltato. Nel frattempo, l’incuria e le condizioni meteo avverse pesano. Ogni inverno è sempre la stessa storia. La scarsa manutenzione della foce del lago, ostruita dalla sabbia del mare, impedisce allo specchio d’acqua salata di liberarsi delle piogge e, in piena tempesta, contiene senza potersene liberare anche le violenti mareggiate. Il lago si ingrossa e le acque allagano i giardini del parco archeologico e la Circumlago.

Ieri mattina la situazione era al limite dell’allarme. È salvo il foro, a distanza di sicurezza dalla sponda, ma si trovano in un pantano parte dei recenti ritrovamenti. A luglio scorso sono stati ritrovati resti umani, mura perimetrali e cocci di vasellame che entusiasmano gli archeologici al lavoro alla campagna di scavi della Soprintendenza che già due anni fa, per il primo lotto di interventi, aveva portato in superficie un tratto dell’Antica Domitiana.

Allora proprio la presenza di antichi reperti aveva già imposto il primo stop ai lavori per la realizzazione del museo a causa del ritrovamento di un criptoportico e di resti umani, sepolti nella sabbia, stop dettato dalla necessità di consentire agli esperti di verificare l’entità dei reperti che affioravano. Poi i lavori sono ripresi lasciando intravedere una nuova stagione per il sito, con un’imminente apertura al pubblico in maniera permanente e non legata a singoli eventi culturali.

Adesso, però, i fondi stanziati per gli scavi sono di nuovo finiti e il cattivo tempo fa il resto. Uno stop and go continuo che avvilisce. Nel frattempo, si può solo fare i conti con le poche risorse finanziarie a disposizione. E quelle finanziate rischiano di andare sprecate.

Il progetto «Il Parco e il Museo archeologico», finanziato quattro anni fa dalla Regione, ha previsto la realizzazione di viali, palco e pontili in legno, ma questi sono stati già inghiottiti dalle acque del lago a gennaio scorso. E così Liternum rischia di restare l’emblema del degrado e dell’abbandono della fascia costiera, tra balletti di competenze e scaricabarile tra enti. Erbacce alte e pochi visitatori, viene snobbata anche dagli appassionati. Questo nonostante gli interventi sporadici di pulizia della Provincia, la campagna di scavi in corso della Soprintendenza e gli sforzi di Comune e Proloco Litorale Domitio, a cui è stata affidata la gestione dei giardini.

Qualcosa si muove, però. «Grazie alle nostre sollecitazioni sia il Comune che la Provincia – dice Luigi De Martino, presidente della Proloco Litorale Domitio – hanno previsto nel bilancio 2011 degli interventi di manutenzione ordinaria all’interno del parco archeologico».

Nel frattempo, la Proloco ha stretto un accordo con degli allevatori della zona: questi ultimi mandano i mezzi meccanici sul posto per tagliare l’erba e lo utilizzano come foraggio per i loro animali. L’unico neo: l’erbaccia deve crescere alta per essere trasformata in balla e questo non aiuta l’immagine del sito. Nell’ottica della riqualificazione della zona, al posto del manufatto abusivo abbattuto a dicembre 2008, sul terreno acquisito dal Comune verrà realizzato il museo per ospitare tutti i reperti rinvenuti nella zona.

Intanto, chi decide di visitare il sito si trova davanti a un disastro. I danni dell’innalzamento di oltre un metro del livello dello specchio d’acqua salmastro sono visibili lungo i vialetti di ghiaia, già minati dagli allagamenti di gennaio scorso. Ora sembrano essere stati inghiottiti dall’acqua, assieme alle protezioni di legno sistemate lungo gli argini e a due dei tre pontili di legno realizzati sui canali. Anche la postazione in legno e paglia – ormai distrutta – per gli appassionati del bird watching, si ritrova al centro di un pantano; mentre rischia di rovinarsi irrimediabilmente anche il palco di legno con vista sul campo di regata, destinato per poche occasioni a manifestazioni pubbliche. Il rischio esondazione allarma anche gli operatori turistici che si affacciano lungo i sette chilometri di circonferenza.

«I terreni sono tutti allagati- dice Alberto Canta – e abbiamo sollecitato sia l’Ente Volturno, che dovrebbe provvedere alla pulizia della foce, che Provincia e Regione. Ogni volta che piove il lungolago diventa una strada ad alto rischio».

Anche dal Comune insistono: le misure non devono essere emergenziali. «Bisogna intervenire con azioni definitive – dice il primo cittadino Giovanni Pianese – Abbiamo chiesto il ripristino del regolare deflusso delle acque del lago nel mare, mediante l’esecuzione dei lavori di dragaggio e la pulizia della foce e dei canali affluenti nel lago, nonché il completamento dei lavori di sistemazione stradale».

Il fenomeno. Miniera di sabbia per gli abusi edilizi
Sfruttato per la sabbia che dava forma allo scempio edilizio negli anni Ottanta, utilizzato come discarica per i veleni che arrivavano dal nord Italia e come terminal degli scarichi fognari delle case abusive, il lago Patria adesso non riesce più a contenere le acque piovane e dei canali affluenti. Il livello del bacino marino a forma di cuore si innalza a ogni pioggia e, senza trovare l’ostacolo degli argini di protezione, allaga il sito archeologico e la via Circumlago.

La storia. L’eroe anti-Annibale qui si fece contadino
Nel territorio a nord di Cuma, presso la sponda meridionale della Literna palus (l’attuale lago Patria) nel 194 a.C. fu fondata dai Romani la città di Liternum. Essa, insieme a Vulturnum, era una delle più antiche colonie romane della Campania. Liternum deve la sua celebrità a Publio Cornelio Scipione l’Africano, vincitore di Annibale, che vi si rifugiò esule in una villa fortificata e, secondo la tradizione, vi fu sepolto intorno al 183 a.C.

Fonte: Il Mattino, 18/11/2010

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