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POMPEI (Na). Il nuovo Antiquarium sembra un centro commerciale.

I finanziamenti per la ristrutturazione dell´edificio nell´area archeologica, con il commissario Fiori, sono lievitati da due milioni e 300 a circa 10. E i reperti restano sotto la pioggia.
L´etichetta di “Nuovo Antiquarium” dev´essere sembrata contraddittoria all´ex commissario di Pompei Marcello Fiori, che invece l´ha battezzato “Centro diffusione e valorizzazione della cultura pompeiana”.
Guarda dall´alto Porta Marina, illuminato a giorno di sera, ma ancora chiuso, il “visitor center” che avrà solo la pelle del vecchio Antiquarium degli Scavi, ma al cui interno, si legge, “verranno proposte suggestioni multimediali legate all´eruzione vulcanica, al sistema territoriale vesuviano e alla ricostruzione virtuale degli ambienti”.
Ancora una volta restano tagliati fuori i reperti conservati (in realtà esposti quasi completamente alle intemperie, vecchia polemica) nei Granai del Foro, a pochi passi dall´edificio dove stavano in origine, l´Antiquarium appunto.
Questo venne chiuso e svuotato dopo il terremoto dell´80. Era stato costruito nel 1861, distrutto dai bombardamenti e rifatto nel ‘48.
Trent´anni che si parla della sua riapertura. Prima di Fiori, che ha agito in deroga per i poteri commissariali, anche se la Corte dei Conti poi ha contestato l´emergenza, ci aveva provato l´altro commissario, l´ex prefetto Profili. Con 2 milioni e 300 circa, si sarebbe concluso il restauro dell´Antiquarium, come da gara d´appalto. Invece con Fiori la cifra è quintuplicata, salendo a circa 10 milioni.
Il progetto originario del nuovo Antiquarium, che il soprintendente Guzzo aveva approvato per ospitare mostre temporanee su nuove scoperte o risultati di ricerche oltre a piccole mostre con Pompei come tema («pensavamo – ha detto a suo tempo l´ex soprintendente illustrando il suo progetto – a esporre i dipinti di Picasso relativi a temi pompeiani») prevedeva anche un punto ristoro sulla terrazza antistante l´edificio.
Dalle prime foto, mai mostrate prima, del progetto di Fiori, si vedono altre cose. Salette per gadget o souvenir e scaffali di libreria modello megastore. Ma il punto, ancora una volta, sono i costi di quest´altra voce della “valorizzazione” contestata alla Protezione civile dopo il crollo della Schola Armaturarum.
Il commissariato di Fiori si è innestato su quello, modificandolo. Ma anche la cifra è cambiata: opere complementari per altri 4 milioni sotto la voce “completamento, allestimento e percorso disabili”, a cui si sommano circa 4 milioni e 900 mila euro per il progetto didattico e multimediale affidato all´Idis.
Il bookshop a Pompei c´è già, ed è assegnato a Electa con la gara per i servizi aggiuntivi. Ma nel nuovo Antiquarium tornerebbe a insediarsi l´Erma di Bretschneider, gloriosa casa editrice di saggi di archeologia un tempo “titolare” negli Scavi.
Un posticino anche alla Pompei virtuale: c´era il progetto di un´Ati che faceva capo alla società romana Syremont, ma con la gara ancora in corso Fiori scrive alla ex soprintendente Salvatore e la blocca: «Facciamolo noi, invece che i privati». L´Ati fa ricorso al Tar, ma quando il tribunale fissa l´udienza, a settembre scorso, decide di non andare avanti.
Fonte: La Repubblica, 19/11/2010
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