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EGITTO: UNA DIETA RICCA PER I LAVORATORI ROMANI

Gli antichi Romani trattavano molto bene i loro operai, ai quali fornivano cibi vari e di qualità. È quanto afferma una ricerca archeologica guidata da Marijke van der Veen, dell’Università di Leicester, che si è occupato degli scavi presso due cave romane nel deserto a sud del Cairo.
Il complesso delle cave di Mons Claudianus, a 500 chilometri a sud de Il Cairo e 120 a est del Nilo, fornì la roccia per il portico del Pantheon e di altri edifici, mentre la roccia color porpora dell’adiacente Mons Porphyrites fu usata per molte statue. Il porpora era il colore imperiale usato esclusivamente dalla nobiltà, e la porfirite era quindi una pietra molto pregiata.
Van der Veen ha stimato che ci volevano da cinque a otto giorni di viaggio a dorso di cammello per raggiungere le cave dal Nilo. “Poiché esse erano così remote, pensavamo che i lavoratori e i soldati della guarnigione vivessero di una dieta costituita da pochi alimenti base.” Ma l’analisi delle discariche di rifiuti vicino alle cave ha mostrato il contrario. Van der Veen e i suoi colleghi hanno infatti trovato i resti di più di 50 diversi tipi di vegetali e le ossa di 20 specie animali. Sono state trovate tracce di olive, uva, carciofi, pane, olio d’oliva, cipolle, aglio, lumache, ostriche, maiali, polli, uova, pesce, angurie, pesche e vari tipi di frutta secca. “Essi devono aver coltivato qualche cosa in piccoli orti,” nota van der Veen, ma i pesci e le ostriche provenivano sicuramente dal mar Rosso, a due giorni di viaggio. I Romani organizzarono anche al meglio i trasporti: a intervalli di un giorno di viaggio fra le cave e il Nilo erano stati attrezzati confortevoli posti di ristoro, vere e proprie aree di servizio.
Oltre al lusso dell’alimentazione dei lavoratori di queste cave, i ricercatori hanno trovato prove secondo cui i lavoratori più dotati venivano pagati anche il doppio e ricevevano supplementi di cibo e vino.
Fonte: Le Scienze
Cronologia: Arch. Romana

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