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Carlo FORIN: TIME, tempo – TI ME vita del ME.

In AN TAR ISH = Taranis (www.archeomedia.it) abbiamo riferito un pensiero di Semerano:

La ruota a quattro raggi sviluppa il significato dell’anno col suo ciclo di quattro stagioni ed è noto che i Celti usano un unico termine per indicare la “ruota” e “l’anno”[…]

Il simbolo di questa ruota a raggi si ritrova nel sito www.biuso.it .

Possiamo dire che in inglese è un timer, un misuratore del tempo. Lo stesso significato del quadrante del nostro orologio; nel timer celtico abbiamo una scansione del tempo più sintetica, per mesi-stagioni, al posto di quella della nostra dettagliata per ore-minuti-secondi.
Questa visione del tempo ci invita ad osservare l’etimo di time in E TI MU, ‘casa della vita (TI) del nome’. Balza agli occhi TI che è in TI ME.
Non abbiamo mai azzardato finora, in cinque anni di www.siagrio.it /Antares, di addentrarci negli etimi delle parole inglesi, consapevoli della nostra imperizia in quella lingua che ci è nota solo in modo scolastico e per letture.
Eppure, il sumero sembra matrice diretta non solo della parola time ma di questa intera frase inglese: to meet the meaning of time’s name, incontrare il significato del nome del ME, il nome che dà nome a tutti i nomi.
Proviamo ad indugiare sul ME.
Abbiamo preso dal primo sito questa massima:

«…da dove gli esseri hanno origine, ivi hanno anche la distruzione in modo necessario: le cose che sono, infatti, subiscono l’una dall’altra punizione e vendetta per la loro ingiustizia secondo il decreto del Tempo»
(Anassimandro, DK, B 1)

TI ME, “Vita del ME” ci sembra un buon titolo di questa frase, che più in generale viene illustrata dall’ER IM, dall’eccidio, la catena vita-morte dello zodiaco mesopotamico.
A cominciare dalla doppia casa dello Scorpione (GIR TAB) che unisce in AN TAR ISH (GAB GIR TAB) la morte alla vita, col Capodanno KAR MUR, ‘forza della vita-morte’, si sviluppano le altre dieci case, che sono ciascuna un ME SE che nasce uccidendo il mese precedente.
ER IM è questo eccidio, “cammino di IM”, che è il corrispondente scritto nelle tavolette in creta del ME.
Anassimandro è il filosofo della scuola ionica che Giovanni Semerano ha scelto per il suo L’infinito: un equivoco millenario (Bruno Mondadori, 2001).
Anassagora è un altro della scuola scelto da noi per i suoi omeomeri, che sarebbero divisioni omogenee dell’infinito, riflesse in questa Terra dal Nous, l’Uno, che è Aldilà.
Omeo < U ME U, linguisticamente: ME in mezzo al Cielo.
Mer < ME ER, cammino del ME.
 SU MER, che leggiamo: ‘mano (SU) dal cammino (ER) del ME’.

Il ME è il potere di creare di cui sono dotati i primi sette dèi: il semplice pronunciamento del ME dava vita all’enunciato dal dio. Terra Meonia veniva detta l’Anatolia, patria di Omero.

Il ME SE che nasce uccidendo il precedente è AP KAL LU, da leggere KAL AP LU.
KAL origina kalendae, la prima festa del mese latino che ci ha lasciato calendario.
AP LU è l’Apollo etrusco, che leggiamo AP UL LU.

Apollo targelio è il residuo classico di TAR GAL LU, Saturno, SAG US, ‘inizio fine’, Kronos < KUR NOUS, Cor Unus.

To ME ET, incontrare, < TE ME, entrare in contatto col ME;
the ME AN IN G, il significato, < G luce IN AN in Cielo del ME;
TI ME, ‘vita del ME’;
NA ME, ‘generazione del ME’.


Autore: Carlo Forin

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