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BOLSENA (Vt): Velzna, Volsinii, Bolsena.

Durante il I Congresso sulle Cavità Artificiali (”Archeologia del sottosuolo: metodologie a confronto”), organizzato dalla Federazione Nazionale Cavità Artificiali e dall’Associazione Scuola Sub Lago di Bolsena, che si è tenuto a Bolsena (VT) dall’8 all’11 dicembre 2005, è stata resa pubblica, da parte del Dott. Angelo Timperi della Soprintendenza del Lazio, la notizia di un ritrovamento importantissimo, che fornisce nuovi elementi per riconsiderare la questione – mai completamente chiarita – dell’ubicazione di Velzna, la Volsinii etrusca distrutta dai Romani nel 264/263 a.C..

Si tratta di una serie di muri di età etrusca rinvenuti verso la fine del 2003, nel corso dei lavori di un cantiere edilizio, in un’area a pochi passi dal lago, presso Via della Pescara a Bolsena. Nella sua relazione, il Dott. Timperi ha riferito che, da un primo scavo di sondaggio effettuato verso l’inizio del 2004 (e che dovrà essere ripreso e completato), è emerso un bel tratto di muro in opera quadrata che, per le caratteristiche presentate, l’assenza di grappe o malte, il tipo di tufo usato e la misura dei blocchi, è stato certamente riferito all’età etrusca e datato con buona sicurezza almeno al V-IV secolo a.C..

La struttura di questo muro è molto grande: il tratto individuato raggiunge i 30 m di lunghezza e, nel punto in cui è stato ritrovato intatto, presenta uno spessore vicino ai 2 metri e 30. Secondo quanto affermato dal Dott. Timperi, l’ipotesi più accreditata dagli ultimi studi condotti in Soprintendenza è che il muro facesse parte delle fortificazioni dell’antica città etrusca, in direzione del Lago. Inoltre, la presenza di alcuni tratti dell’antica Via Cassia, ritrovati nelle immediate vicinanze, indicherebbe con buona probabilità che in realtà, in età romana, la strada si sia logicamente sovrapposta a un’antica percorrenza etrusca che costeggiava il Lago.

Ricordiamo che, a monte di Bolsena, fin dagli anni ’50 era stato individuato il perimetro di una cinta muraria imponente – circa 5 Km. e con tratti a doppia cortina – a suo tempo attribuita dallo scopritore Raymond Bloch all’etrusca Velzna, ma poi fatta slittare, in un secondo momento e senza ulteriori accertamenti, al III-II secolo a.C., in maggior sintonia con la tesi che ha fatto passare l’odierna Orvieto come sito dell’antica Velzna. L’esistenza, ora scoperta, di un’analoga fortificazione sicuramente datata al V-IV secolo e posta a valle dell’abitato, fa emergere un’evidente corrispondenza con quella esistente a monte, e delinea l’immagine di una cinta muraria di proporzioni enormi, che non può far supporre al suo interno qualcosa di diverso dalla Velzna etrusca, distrutta e poi soppiantata dalla Volsinii romana.

E proprio a questo proposito, nel corso del Convegno si è parlato anche delle indagini che si stanno svolgendo nella zona archeologica di Poggio Moscini, dove sono i resti della città romana. Gli speleologi si sono calati in ben 60 cavità artificiali, individuate al di sotto dei resti romani, da cui hanno iniziato ad acquisire interessanti informazioni, e che, attraverso nuove rilevazioni stratigrafiche, permetteranno di decifrare una serie di dati ancora poco chiari. Sono state notate infatti alcune anomalie nell’urbanizzazione della Volsinii romana, non ben evidenziate dagli studi – definiti approssimativi e insufficienti – compiuti trent’anni fa dalla Scuola Francese di Archeologia di Roma.

Autore: Sandra Dottarelli
Cronologia: Arch. Italica

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