Archivi

NUGHEDU SAN NICOLO’ (SS). Un bronzetto di 3000 anni riaffiora nell’isola dei tesori.

nughedu

A circa vent’anni dall’ultimo ritrovamento di un bronzetto nuragico intatto, il “santuario” di Cuccuru Mudeju a Nughedu San Nicolò svela un altro inestimabile tesoro: un guerriero bronzeo in ottimo stato di conservazione, rinvenuto insieme con altri reperti e presentato ieri in un convegno che si è tenuto nel paese del Logudoro, accompagnato da una giornata di scavi aperti al pubblico.
«Si tratta – spiega la direttrice scientifica dello scavo Nadia Canu, della Soprintendenza – di un guerriero con gonnellino corto ed elmo con le corna, da sotto il quale si dipartono lunghe trecce dietro il collo; reca sul petto un pugnale a elsa gammata, attributo distintivo del raggiungimento dell’età adulta; con la mano sinistra regge uno stocco poggiato sulla spalla, al quale è legato con un cappio uno scudo circolare con umbone (una placca di rinforzo, ndc) e motivo a raggi; le gambe sono divaricate e poggiano su uno dei canali di fusione, che doveva essere anche utilizzato per l’infissione dell’offerta su una tavola votiva».
Una scoperta sensazionale, l’ha definita nel convegno l’archeologo Franco Campus, che insieme con la Canu ha guidato la passeggiata allo scavo e la presentazione dei risultati della ricerca, perché «il rinvenimento di un bronzo figurato integro di età nuragica non è una consuetudine neppure per chi opera nel campo archeologico da molti anni. È la testimonianza della ricchezza delle comunità che oltre tremila anni fa costruirono e frequentarono questi luoghi destinati a celebrare i propri culti e la propria ritualità. Un oggetto come quello rinvenuto a Cuccuru Mudeju non è dunque importante solo quale reperto, ma perché costituisce ciò che resta di un racconto, anche mitico se vogliamo. Un racconto che, come sardi, abbiamo il dovere di ricostruire, salvaguardare e divulgare o tramandare al mondo».
Ed è proprio questo il progetto che il Comune di Nughedu, insieme con gli altri del Logudoro, Goceano e Mejlogu, ha in mente per valorizzare il ricco patrimonio archeologico e naturalistico – spesso fusi in un tutt’uno – in questi territori. «Un progetto che contiamo di presentare a settembre – ha detto il sindaco di Nughedu, Michele Carboni – stessa data nella quale ripartirà in paese una terza campagna di scavi, in un altro sito, insieme con il restauro della chiesa di Santa Bellina».
Ma qui, oltre al raro bronzetto – presentato dopo il restauro curato dall’esperta Eliana Natini, presente al convegno con la collega Graziella Dettori – sono stati rinvenuti anche vari altri reperti, in particolare armi e gioielli, ora oggetto di restauro da parte della Soprintendenza. Il cantiere, condotto dal comune di Nughedu con la direzione scientifica della Soprintendenza di Sassari e Nuoro diretta dal professor Bruno Billeci, è stato aperto grazie a un finanziamento regionale del Piano Scavi 2018 integrato con fondi comunali. Lo scavo ha rivelato nel sito diverse strutture, ora tornate alla luce dopo un’accurata pulizia, tra le quali una circolare realizzata con una raffinatissima tecnica di costruzione in conci di trachite e basalto fissati tra loro da perni in piombo: si tratta di una rotonda, un tipo di costruzione sacra meno nota e meno diffusa rispetto ai pozzi sacri, di cui si hanno pochi esempi sparsi nell’Isola e tutti in precario stato di conservazione.

Autore: Barbara Mastino

Fonte: www.lanuovasardegna.it, 21 giu 2021

Segnala la tua notizia