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SANT’ANGELO A FASANELLA (Sa). Mikilfara. Un progetto museale MWA Museums. San Michele Arcangelo attrattore e propulsore di rigenerazione urbana.

Dopo circa un anno di indagini storiche ed analisi territoriali, White Oak Arkitecture nomina un referente per le valutazioni di fattibilità di un progetto museale a Sant’Angelo a Fasanella, in provincia di Salerno, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano, e Monti Alburni.

Mikilfara Medieval Museum è il nome del progetto con cui anche Sant’Angelo a Fasanella, uno dei trentuno Comuni aderenti, avrebbe una sede museale, nell’ambito del progetto MWA Museums a cui ha aderito con Delibera di Giunta Comunale l’11 Gennaio 2024.

La fase di conoscenza del territorio è stata lunga, sia per la vastità che per la varietà dei contesti, urbano, extra-urbano, fluviale, collinare, montano, in cui è disseminata la storia di un borgo che all’apparenza sembra oggi in fin di vita, senza più storie da raccontare, ma che per White Oak Arkitecture ha semplicemente smesso di parlare non avendo più interlocutori.

Le lunghe investigazioni di conoscenza del territorio, nell’ambito della più ampia ricerca sulla contea longobarda di Krunatun (attuale Corleto Monforte), hanno consentito di raccogliere abbastanza dati e di formulare ipotesi che non hanno lasciato dubbi sulle straordinarie potenzialità museali altomedievali di Sant’Angelo a Fasanella.

Con la nomina di un referente, Annarita Reina – imprenditrice di Sant’Angelo e già collaboratrice di MWA Museums nel progetto di ricerca Krunatun – si procederà ora alle valutazioni di fattibilità per la realizzazione di ricostruzioni in scala reale mediante fondi privati, ed alla musealizzazione di immobili pubblici mediante fondi pubblici.

Sant’Angelo a Fasanella: Medieval bridge, phoyo by Thomas Allocca 2024

Il Mikilfara Medieval Museum, come tutti i progetti museali MWA Museums, ha intenzione di promuovere l’architettura in legno come lingua madre con cui riscrivere la storia urbana ed architettonica dei centri storici in via di spopolamento, mediante piani di rigenerazione urbana sostenibile e resiliente, integrati a piani di sviluppo economico, turistico, culturale, generati dalle attività museali. Il progetto di Sant’Angelo a Fasanella nasce in modo specifico con l’ambizione di rendere san-michele-centrico ogni progetto di rigenerazione e sviluppo, da quello museale a quello di recupero urbano, da quello turistico ricettivo a quello agricolo e forestale, promuovendo un turismo ed un’economia d’impresa selettiva, non di massa.

A Sant’Angelo a Fasanella il culto micaelico è forte, radicato, non prescindibile dalla sua identità storica, sociale, culturale, religiosa. Un culto presente sin dall’alto medioevo, legato alla storia della cristianizzazione della fara longobarda di Fasanella. Riconoscendo dunque il ruolo imprescindibile che il culto micaelico ha determinato, determina, ed è giusto che continui a determinare, nel rispetto della storia e dell’identità locale, il progetto museale prevede di mettere in relazione sistemica i progetti museali e quelli urbani con le potenzialità attrattive e propulsive culturali, sociali, religiose, ed economiche della tradizione micaelica, dei suoi siti e delle sue architetture.

Da tali considerazioni, il progetto è stato nominato Mikilfara Medieval Museum, facendo riferimento sia al nome Mikil, versione germanica-longobarda di Michele, sia alla fara longobarda di Fasanella, significando mikilfara “la fara di San Michele”. Il nome vuole essere fortemente evocativo nel ricordare che la struttura proto-urbana ed urbana medievale di Sant’Angelo a Fasanella si è formata intorno alla comunità monastica della Grotta di San Michele Arcangelo, derivata a sua volta dalla fara longobarda di Fasanella, diventando sin da subito, ed ancora oggi, un luogo di pellegrinaggio micaelico tra i più importanti d’Italia.

In occasione della sua nomina, Annarita Reina ha dichiarato “Il Mikilfara Medieval Museum rappresenta una straordinaria opportunità per Sant’Angelo a Fasanella. San Michele Arcangelo è stato nel medioevo un attrattore di comunità, oggi bisogna farlo diventare un propulsore di rigenerazione urbana, iniziando dalle risorse più immediatamente disponibili, quelle immobiliari, sia pubbliche che private, che non generano che costi, e che non aspettano altro di tornare a svolgere la loro funzione primaria, generare reddito che produce reale economia, che migliora la qualità della vita, e non la degenera. I borghi in via spopolamento come Sant’Angelo a Fasanella non sono privi di popolazione perché inospitali, perché poveri, ma ormai privi di ragioni per cui varrebbe la pena restare ed investire. Rigenerare le ragioni del restare piuttosto che dell’andare è la mission del progetto Mikilfara, ricostruire un nobile passato medievale per renderlo vivo nel presente, dargli nuova utilità pratica, da memoria storica a risorsa, e da risorsa a prodotto, promuovendo e stimolando un’economia che protegge il territorio, lo rafforza, non lo consuma, e che genera desiderio e orgoglio di raccontarlo, non di tacerlo”.

White Oak Arkitecture ha ideato il progetto Mikilfara Medieval Museum con un approccio che fonde tecnologia e umanità, tradizione ed innovazione, ragione e sentimento, con l’intento di raccontare di una sacralità universale che trascende paganesimo e cristianità, tenute a braccetto senza competizione, come a braccetto dovrebbero andare promozione culturale, rigenerazione urbana, forestazione. Senza la loro relazione sistemica, un territorio non funziona perché qualunque altra visione tradisce il concetto stesso di territorio, cioè sistemico.

Info:
testo e immagini di Thomas Allocca
founder/director MWA Museums
http://www.whiteoak.it/mwa

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