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SALERNO. La costa del Cilento tra spiagge preistoriche, grotte marine e…altre meraviglie.

Scrigni con “perle del passato” e meraviglie della natura, si plasmano in un mosaico indescrivibile, come se lì il tempo si fosse fermato. Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, assieme al Villaggio Touring Club Italiano (TCI), di Marina di Camerota, ha una storia geologica unica da scoprire, da raccontare con foto documentali: la costa del Cilento, fra spiagge preistoriche e grotte marine. Uno scenario suggestivo, da incanto, la cui vista, dalla Torre della Fenosa, spazia sul mare Tirreno per chilometri e chilometri: verso Nord fino al litorale di Centola, alle spalle di Palinuro, verso Sud fino al lungomare di Marina di Camerota, mentre in mezzo si apre la gigantesca “cala d’Arconte”. Costruita nel XVI secolo e alta circa 15 metri, detta struttura faceva parte di un sistema difensivo di 30 torri, si può dire similari, distribuite lungo la costa. Oggi, invece, è poco più di un rudere ovviamente non accessibile, anche se pochi curiosi -si afferma- resistono alla tentazione di uno scatto panoramico dalla sua sommità, tanto da restare affascinati dal blu di un mare che ha, nell’Area Marina Protetta di Costa degli Infreschi e della Masseta, la sua classica punta di diamante: 13 km di litorale, ricchi di insenature, grotte, spiaggette, rade e sorgenti d’acqua sottomarine.
Uno degli attrattori più insoliti, però, sono le formazioni rocciose che fiancheggiano la spiaggia del Villaggio in parola, e che si snodano tra rocce affilate, scure, che “sembrano essere state sbalzate fuori dal mare”. Ed in effetti è proprio così.
<< Sono stato sulle Dolomiti in Trentino, ho ammirato le rocce granitiche della Sardegna, ma la varietà geologica che ho trovato qui è straordinaria>>, racconta Davide Balconi, che da quest’anno terrà i corsi di geologia per gli ospiti dell’accogliente sito, e che aggiunge: «In quest’area affiorano in prevalenza rocce sedimentarie in strati sovrapposti evidenti, con le epoche più vecchie sotto e quelle più giovani sopra. Queste formazioni rocciose sono paleo-ambienti marini e litorali: in altre parole, oggi possiamo vedere le spiagge del Pleistocene (1-2 milioni di anni fa, NdA) fossilizzate che ci mostrano i cambiamenti della linea di costa nel tempo. Per chi è appassionato di geologia è uno straordinario tuffo nel passato».
Gran parte di questa costa – prosegue Balconi – è caratterizzata da falesie calcaree interessate da fenomeni di carsismo, che è quello all’origine delle tante grotte costiere di questa zona, spesso sottomarine o comunque accessibili solo via mare. La Grotta Azzurra (omonima di quella di Capri), la Grotta del Noglio, la Grotta degli Infreschi, la Piscina degli Iscolelli, si evidenzia, sono solo alcune delle meraviglie naturali dell’area protetta, quali diretta conseguenza della geologia del territorio.
Ci sono importanti fenomeni di carsismo anche nell’entroterra: il più evidente è quello del fiume Bussento, che lungo il suo corso scompare nelle viscere della terra per diversi chilometri, per poi riaffiorare nei pressi di Morigerati, località Bandiera arancione TCI. Oltre alle già citate grotte marine, si precisa, ci sono anche, nell’entroterra, la Grotta di Pertosa-Auletta, sito naturalistico e archeologico dove recenti scavi hanno individuato una struttura di culto di età ellenistica (IV-I secolo a.C.), nonché i resti di un villaggio palafitticolo del II millennio a.C., l’unico in Europa ritrovato dentro una cavità sotterranea. Visitabile tutto l’anno, la grotta in parola vanta pure un altro primato, quello cioè di essere l’unica in Italia dove è possibile navigare un fiume sotterraneo.
Proprio dietro la spiaggia del paese di Marina di Camerota, inoltre, c’è la Grotta della Cala, abitata -si spiega- prima da uomini di Neanderthal e poi da Sapiens, che hanno lasciato numerose testimonianze del loro passaggio. Oggi la stessa è visitabile ed è organizzata come un diorama, con pannelli esplicativi e audioguida scaricabile tramite QR Code.
«Quelle che proporrò non saranno lezioni ma passeggiate geologiche: vedremo letteralmente che cosa c’è sotto i nostri piedi, spostandoci poco nello spazio ma moltissimo nel tempo. Quello che mi preme è accendere la curiosità, una scintilla, perché poi di luoghi straordinari da vedere, nel parco del Cilento e dintorni ce ne sono molti», conclude Balconi.
Luoghi, questi, raccontati dalla nuovissima guida TCI, della collana Territori dedicata al Cilento. Un volume tascabile e corredato di cartografia, che spazia dalle meraviglie del mare alle bellezze dell’entroterra, da fauna e flora del Parco, fino ai piaceri della tavola nel luogo in cui è nata la dieta mediterranea.
Novità ed esperienze sorprendenti che, viste “in diretta”, lasceranno senz’altro stupefatti, se non addirittura basiti.

Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it

 

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