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ROMA. Una scatola archeologica ai piedi dell’Aventino.

aventino

La capitale è città di stratificazioni millenarie, un gioco di scatole temporali in cui il presente poggia direttamente sul terreno del passato. Non deve stupire quindi che un moderno complesso residenziale possa ospitare, grazie a un progetto della Soprintendenza Speciale di Roma e al sostegno finanziario di Bnp-Paribas Real Estate, una struttura abitativa testimone di secoli di storia dell’antica Roma, dal VIII secolo a.C. agli inizi del III d.C.
In seguito a indagini archeologiche e scavi legati al cambiamento di destinazione d’uso di edifici della Banca Nazionale del Lavoro ai piedi dell’Aventino, edifici acquisiti da Bnp-Paribas Real Estate per la realizzazione del complesso residenziale «Domus Aventino», sono state rinvenute, tra il 2014 e il 2018, consistenti tracce di una complessa area archeologica. Se nel VI-III secolo a.C. l’area ospitava forse una torre di guardia, nel II a.C. si assiste alla trasformazione in residenza privata: una ricca domus caratterizzata da pavimenti a mosaico.
Lo studio dei livelli pavimentali sovrapposti ha consentito di seguire, attraverso i secoli, il mutamento del gusto dei proprietari e le successive variazioni stilistiche: dai mosaici bianchi e neri della fase adrianea (117-138 d.C.), ad esempio, alla ricca policromia della decorazione musiva di età antonina (150-175 d.C.).
Per valorizzare, preservare e rendere fruibile il complesso, la Soprintendenza ha ideato una «scatola archeologica», un innovativo contenitore, all’interno del condominio, in cui sono stati ricollocati, dopo un accurato lavoro di distacco, mosaici e opere murarie.
L’utilizzo di un volume sospeso consente la visione delle strutture rimaste in situ, fruibili così come sono state ritrovate al momento degli scavi. L’allestimento multimediale con proiezioni in video mapping, realizzato da Mizar con l’ideazione e direzione di Piero Angela e Paco Lanciano, accompagna il visitatore alla scoperta del sito, che sarà aperto al pubblico, inizialmente due volte al mese, con visite guidate.

Autore: Arianna Antoniutti

Fonte: www.ilgiornaledellarte.com, Il Giornale dell’Arte numero 412, novembre 2020

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