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ROMA. Una colonna svetta sull’Ara Pacis.

E’ stato per il compleanno dell’imperatore Ottaviano Augusto, il 23 settembre, l’inaugurazione finale del complesso dell’Ara Pacis con la sistemazione della piazza antistante il museo, con la gradinata e la fontana, l’auditorium da circa 200 posti, il museo, il ristorante e il roof garden, questi ultimi completato come strutture ma non ancora dati in gestione.
Fuori svetta la colonna che richiama simbolicamente l’obelisco, rialzato nel 1792 in piazza Montecitorio, che fungeva da gnomone al famoso “Horologium Augustus“, la gigantesca meridiana che l’imperatore fece costruire in Campo Marzio, vicino all’Ara Pacis e a poche centinaia di metri dal Mausoleo. Due le possibilità, come ci spiega il Soprintendente comunale Eugenio La Rocca: “all’architetto Meier la decisione finale, o una colonna di cementon bianco oppure una antica, abbiamo fatto un’accurata ricerca per vedere le disponibilità in tal senso”.
Dall’esterno funzionerà anche da riferimento e da richiamo all’ingresso dell’Ara Pacis.

L’Antiquarium
Quindi il museo per gli oltre 500 frammenti del monumento che non sono stati inseriti nella ricostruzione. Alcuni saranno montati su due pannelli con la decorazione a girali d’acanto per mostrarne la collocazione, poi ci saranno i frammenti figurati ma nulla verrà reintegrato perchè “non ci sono le condizioni”.
La maggior parte dei frammenti figurati infatti sono pertinenti all’altare propriamente detto, la mensa al centro del recinto perimetrale, che ha subito i danni più consistenti, ed è impossibile allo stato attuale capire dove fossero collocati. Poi ci saranno qualche decinma di frammenti della cosiddetta Ara Pietatis, un altare dedicato a Claudio al suo ritorno dalla spedizione in Britannia, che aveva la stessa forma dell’Ara Pacis. Si tratta di grossi frammenti figurati rinvenuti negli anni Trenta del secolo scorso presso l’attuale via del Corso, all’altezza di Palazzo Sciarra, proprio là dove nel Cinquecento emersero gli splendidi lastroni oggi murati, insieme ai rilievi con girali d’acanto dell’Ara Pacis, nella facciata interna di Villa Medici. Agli originali nel museo saranno affiancati i calchi dei rilievi di Villa Medici mentre un po’ di spazio sarà riservato a mostre temporanee “a carattere archeologico”, spiega ancora La Rocca, “possibilmente sempre legate alla cultura figurativa augustea”.

Il restauro
Intanto è già partito il restauro del monumento, coordinato da Sabina Marchi, che consiste in un vero e proprio “maquillage” dell’Ara Pacis”, già restaurata negli anni Ottanta ma sporca di smog, polveri e altro che la vecchia teca Morpurgo lasciava passare dal trafficato lungotevere. Verranno eliminate anche le vecchie vernici protettive e le parti di restauro ritroveranno l’unità cromatica con i marmi originali perduta nel tempo. Già ripulita una metà del recinto interno, a settembre sono ripresi i lavori con la metodologia del “cantiere aperto”, ovvero con un trabattello trasparente che permetterà di intervenire a piccole sezioni consentendo ai visitatori la visione dell’intero monumento (entro l’estate prossima il restauro sarà concluso). Sempre per l’inaugurazione il grande mosaico (7×8 metri) opera di Mimmo Paladino, realizzato su disegno dell’artista da un mosaicista romano, sarà collocato all’ingresso dell’auditorium.


Dopo l’Ara, la piazza e il mausoleo

Intanto si procede con il sottopasso automobilistico sul lungotevere in Augusta, che ricucirà l’architettura di Meier alle sponde del fiume, e per l’antistante piazza Augusto Imperatore, per riprogettare la quale è stato bandito un concorso internazionale.
48 i progetti presentati, 10 quelli selezionati, a novembre il vincitore cui andranno 50mila euro, “quindi dall’anno prossimo i lavori”, assicura il soprintendente La Rocca, che fa parte della commissione presieduta da Francesco Venezia.
“Il mausoleo sarà il punto chiave, continua, una risistemazione definitiva del monumento il cui restauro degli anni Trenta non è mai stato ultimato a causa della guerra”.
Unico due parametri di riferimento per i concorrenti la coerenza con la conservazione delle parti originarie del mausoleo e con la sua storia secolare. In autunno il via anche al bando di concorso per il “project financing” per il sottopasso con una spesa di circa 40 milioni di euro, metà fondi comunali metà di privati che gestiranno i parcheggi interrati e le piccole attività commerciali previste.

Intanto a Torre Argentina si scava

A luglio sono iniziati i primo sondaggi per la linea “C” della metropolitana, in piazza Venezia, presso Sant’Andrea della Valle e presso la Chiesa Nuova, che dureranno qualche mese e dovranno indicare le posizioni più idonee per il collocamento delle stazioni. Per la fermata vicino all’area sacra di Torre Argentina “una delle proposte, dice Adriano La Regina, è quella di avere dei raccordi tra gli ingressi della metropolitana e l’area archeologica, raccordi tutti da verificare ma che possono essere di vario genere, anche un passaggio interno, con la fermatapensata come un “invito” alla visita”.
L’area sacra, non interessata direttamente al passaggio della linea “C”, è attualmente oggetto di lavori di studio e di restauro con i fondi Arcus, scavi destinati più che altro a una conoscenza maggiore soprattutto delle stratigrafie, e poi al restauro vero e proprio: reintegrazioni di parti “ammalorate” e ridefinizione dell’immagine di tutta l’area sacra che per quanto centrale è rimasta un po’ trascurata negli ultimi anni.

 


Fonte: Il Giornale dell’Arte 01/09/2006
Autore: Federico Castelli Gattinara
Cronologia: Arch. Romana

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