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ROMA. Restaurato un tratto delle Mura Aureliane.

E’ stato riaperto il 27 luglio scorso, dopo il crollo causato da un forte temporale nell’aprile 2001, il tratto delle Mura Aureliane tra il Bastione Ardeatino e la Porta S. Sebastiano al termine dei lavori di consolidamento e restauro, promossi dall’Assessorato Politiche Culturali e realizzati dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali – Edilizia Monumentale. Il costo totale dell’intervento, iniziato nel 2002 e finanziato con fondi per Roma Capitale (L. 396/90), è stato di € 1.654.096,79.
È da ricordare che, in seguito ad un forte temporale, nell’aprile 2001, il tratto delle Mura Aureliane che va da porta S. Sebastiano fino al Bastione Ardeatino subì un crollo. Rimase gravemente danneggiata la parte del muro esterno della campata compresa tra la settima e l’ottava torre.
Il Ministero per i BB.CC. decise subito di stanziare dei fondi per la progettazione e i lavori di messa in sicurezza delle parti più a rischio del circuito murario.
I lavori hanno interessato il tratto di mura danneggiato, lungo 400 metri, tra la Porta S. Sebastiano e il Bastione Ardeatino, il Bastione stesso e lo stemma pontificio di Paolo III Farnese, inserito sullo spigolo principale del Bastione.
Dopo una prima tranche di lavori eseguiti nel 2002, tra il mese di luglio 2004 e il mese di maggio 2006 è stato realizzato l’intervento conclusivo del restauro del tratto delle Mura Aureliane. Tra ottobre e dicembre 2005 è stato compiuto il recupero del monumentale stemma pontificio di Paolo III Farnese.
Le Mura Aureliane furono costruite fra il 270 e il 275 d.C. per volere dell’imperatore Aureliano in difesa della città minacciata dalle invasioni di popolazioni provenienti dal nord Europa. Costruite in opera laterizia con mattoni in prevalenza di recupero, avevano un perimetro di circa 19 Km. e si presentavano come un insieme continuo di torri e tratti di muro interposti, lunghi 30 metri ed alti circa 6,50 metri, con un cammino di ronda superiore riparato da merli. Oggi le mura sono lunghe 12,5 km.
Il Bastione Ardeatino (o Bastione Antoniniano, o ancora Bastione del Sangallo) è una fortezza cinquecentesca situata sul viale di Porta Ardeatina. La struttura è costituita dal Bastione propriamente detto, fiancheggiato da due cortine tramite le quali si inserisce all’interno delle Mura Aureliane, nel tratto delimitato dalla Porta S. Paolo e dalla Porta S. Sebastiano. La costruzione è attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane (1483-1546), nominato da Papa Paolo III architetto di tutte le fabbriche pontificie (1536), esperto di costruzioni difensive, roccaforti urbiche e già primo architetto, nell’epoca di papa Clemente VII, delle rocche di Ancona e di Loreto (1535). L’artista, per la costruzione di questo tratto, fece abbattere 400 metri delle Mura Aureliane, 8 torri – dalla XIV alla XXII – e la Porta Ardeatina, per una spesa complessiva stimata intorno ai 44.000 ducati, cifra in parte ricavata dalle imposte sulla farina ed in parte dalle casse dello Stato.
Lo stemma pontificio di Paolo III Farnese è inserito sullo spigolo principale del Bastione Ardeatino ed è anch’esso attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane, così come il Bastione. L’opera in travertino (cm. 370x450x40) è stata datata, così come l’intero complesso architettonico, fra il 1537 e il 1543, anche se verosimilmente lo stemma dovrebbe essere stato collocato prima dell’interruzione dei lavori del Bastione e perciò intorno al 1540. Lo stemma è realizzato con un travertino ricco di concrezioni e venature, con tutti gli elementi lapidei incassati nella muratura in laterizi e nella parte superiore elementi in ferro, a sostegno.

Introduzione storica: LE MURA AURELIANE
Le Mura Aureliane furono costruite fra il 270 e il 275 d.C. per volere dell’imperatore Aureliano in difesa della città minacciata dalle invasioni di popolazioni provenienti dal nord Europa. Costruite in opera laterizia con mattoni in prevalenza di recupero, avevano un perimetro di circa 19 Km. e si presentavano come un insieme continuo di torri e tratti di muro interposti lunghi 30 metri ed alti circa 6,50 metri con un cammino di ronda superiore riparato da merli.
Le massicce torri quadrate, sporgenti verso l’esterno, erano più alte dei camminamenti ed avevano una camera coperta per la postazione delle macchine da guerra, coronata da una terrazza.
Lungo le mura, in corrispondenza delle varie strade già esistenti, furono aperte altrettante porte, la cui forma e grandezza fu determinata dall’importanza della relativa viabilità.
I primi interventi di restauro furono eseguiti agli inizi del IV sec. d. C. dall’imperatore Massenzio limitatamente ad alcuni punti di maggiore necessità e sono ancora distinguibili per la tecnica a filari di blocchetti di tufo, peperino e laterizi (opera vittata).
Negli anni 401-402 sotto l’impero di Onorio, in seguito a nuove invasioni di barbari, le mura furono modificate con un radicale intervento strutturale che ne raddoppiò all’incirca l’altezza. Il precedente cammino di ronda venne coperto con una galleria a volta sopra la quale era un camminamento scoperto riparato da merli verso l’esterno; nella galleria erano ricavate delle nicchie concave con strette feritoie per la postazione degli arcieri con le balestre. Nelle torri fu aggiunta una seconda camera di manovra, coperta con tetto a spioventi, comunicante con quella inferiore per mezzo di scale.
Le fonti antiche attestano restauri alle mura eseguiti nel corso del VI sec. d. C. da Teodorico, re degli Ostrogoti, e da Belisario generale dell’imperatore Giustiniano durante e dopo la guerra greco-gotica. Nei secoli seguenti gli interventi di restauro alla cinta fortificata furono eseguiti dai vari pontefici che, dal XV secolo in poi, ne lasciarono memoria anche attraverso stemmi ed iscrizioni collocati direttamente sulle strutture murarie.

LE MURA TRA PORTA S. SEBASTIANO E IL BASTIONE ARDEATINO
Il tratto di mura compreso fra la Porta S. Sebastiano ed il Bastione Ardeatino (XVI sec.) rappresenta uno degli esempi più significativi del tipo architettonico dell’intervento onoriano e conserva le testimonianze delle varie operazioni di ripristino delle murature susseguitesi dal VI fino al XX secolo.
Le mura si estendono per circa 400 metri di lunghezza, costeggiate all’esterno dal viale di Porta Ardeatina e all’interno da terreni privati lasciati a verde. Comprendono dodici torri conservate mentre una fu distrutta fra il 1939 e il 1951 per l’apertura dei fornici sulla via C. Colombo, all’epoca denominata via Imperiale.
Sul fronte esterno del tratto rimangono ben riconoscibili le cortine murarie dell’epoca di Onorio, i precedenti restauri di Massenzio in opera vittata, e i numerosi interventi dei diversi pontefici come Niccolò V, Alessandro VI, Innocenzo X, Benedetto XIV e Pio IX. Si distinguono anche sulle parti alte dell’intera struttura gli ampi risarcimenti eseguiti dal Comune di Roma negli anni 1965-66.
In corrispondenza dell’undicesima torre, posta nel punto in cui le mura piegano ad angolo, è situata la cosiddetta posterula Ardeatina, portale laterizio del II sec. d. C., inglobato nelle mura ed utilizzato per il passaggio di una strada, forse la via Ardeatina.
Dopo la tredicesima torre, posta al di la della via C. Colombo, le mura sono conservate, solo per un breve tratto, dietro il Bastione Ardeatino, la cui costruzione ne sacrificò una notevole porzione.
Nel cammino di ronda interno sono rilevabili alcune particolarità che testimoniano le vicende costruttive del tratto, come il piano di calpestio originario che si conserva tra la quarta e la quinta torre, con al centro una fessura longitudinale che indica il punto di attacco fra la struttura di Aureliano e l’allargamento di Onorio, l’immagine sacra che rappresenta la Madonna con il Bambino dipinta sulla muratura appena fuori della quarta torre, dimostrazione dell’uso per ricovero di un eremita in età medievale e la trasformazione delle feritoie concave per gli arcieri in feritoie quadrate per i fucilieri del 1848-49, quando le mura furono teatro di scontri a fuoco durante la Repubblica Romana.

Tratto di Mura Aureliane dal Bastione Ardeatino alla Porta S. Sebastiano.
Nell’aprile 2001 parte del muro esterno della campata compresa tra la settima e l’ottava torre delle Mura Aureliane, che dalla Porta S. Sebastiano si prolungano fino al Bastione Ardeatino, crollò durante un forte temporale.
Il crollo ha interessato essenzialmente la cortina in laterizio, opera di Innocenzo X, che, come è apparso chiaro ad un’analisi ravvicinata, non fu legata bene al nucleo cementizio retrostante relativo alla costruzione originaria di Aureliano. Nel tempo lo spazio fra le due murature, accentuato dall’infiltrazione delle acque meteoriche, ha causato lo slittamento e il collasso della cortina seicentesca.
A seguito di tale evento furono stanziati dal Ministero per i BB.CC. dei fondi, gestiti da Roma Capitale, da utilizzare prioritariamente per la progettazione e i lavori di messa in sicurezza delle parti più a rischio del circuito murario.
I lavori, iniziati nel luglio 2004 e terminati nell’aprile 2006, sono stati finalizzati alla ricostruzione della parete esterna crollata, alla messa in sicurezza statica delle strutture murarie per le quali il progetto ha individuato elementi di rischio e ad interventi urgenti di manutenzione sui paramenti e sulle sommità.

La ricostruzione della parete crollata.
L’ampio dibattito avvenuto nella fase progettuale tra i progettisti e gli Enti di tutela, ha confermato la scelta di riproporre il nuovo setto murario in termini filologici, com’era e dov’era, l’esigenza di conservare il più possibile il nucleo murario romano originale, l’inderogabile presenza di strutture provvisorie di sostegno che si sono dovute conservare fino all’ultimo e la delicatezza dell’affiancamento/ammorsamento tra il nuovo muro e quello residuo esistente. Questioni che hanno posto non pochi problemi operativi, risolti giorno per giorno salvaguardando le esigenze costruttive e quelle più propriamente archeologiche.
Non meno impegnativo è stato il raggiungimento dell’aspetto formale finale del paramento laterizio, tutto giocato sui materiali, e cioè malte, mattoni e fattori cromatici, con l’obbiettivo finale dell’inserimento del nuovo nel contesto esistente, nei modi più quieti e meno avvertibili.
Il risultato è il frutto di pazienti ricerche e prove sul campo, dalla scelta dei laterizi impiegati, mattoni artigianali assortiti in tre diverse sfumature di colore, alla messa a punto delle caratteristiche granulometriche e cromatiche delle malte di allettamento.

I presidi per la sicurezza statica.
Il progetto, anche a seguito delle indagini eseguite, ha individuato quegli elementi murari, torri, campate, zone paramentali, che potrebbero essere interessati nel tempo da stati di dissesto più o meno gravi. In tali casi si è provveduto con cerchiature perimetrali o su singoli lati, totali o parziali (per le torri) mentre per le campate si sono utilizzati presidi trasversali passanti a contrasto (catene metalliche con paletto e bolzone) a livello generale. Per le zone paramentali sono state messe in opera chiodature diffuse con iniezioni di malta compatibile, armate con barre inox disposte a quinconce con inclinazione di 30°/45°.

Interventi di manutenzione.
Sono infine state eseguite opere di manutenzione urgente che hanno riguardato la ristilatura dei giunti di varie zone del paramento a cortina e miste, integrazioni di lacune del paramento, riprotezione e diserbo delle creste di sommità, impermeabilizzazione di percorsi orizzontali.

BASTIONE ARDEATINO – CENNI STORICI
Il Bastione Ardeatino (il nome deriva dalla Porta Ardeatina del periodo della Roma imperiale presente in quell’area) o Bastione Antoniniano (per la vicinanza dell’acquedotto di alimentazione delle Terme di Caracalla) o ancora Bastione del Sangallo (dal nome del suo autore) è una fortezza cinquecentesca, situata sul viale di Porta Ardeatina.
La struttura è costituita dal Bastione propriamente detto, fiancheggiato da due cortine tramite le quali si inserisce all’interno delle Mura Aureliane, nel tratto delimitato dalla Porta S. Paolo e dalla Porta S. Sebastiano, nel luogo dove in precedenza era posizionata la predetta Porta Romana.
La costruzione è attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane (1483-1546), nominato da Papa Paolo III architetto di tutte le fabbriche pontificie (1536), esperto di costruzioni difensive, roccaforti e già primo architetto, nell’epoca di papa Clemente VII, delle rocche di Ancona e di Loreto (1535).
L’artista, per la costruzione di questo tratto, fece abbattere 400 metri delle Mura Aureliane, 8 torri – dalla XIV alla XXII – e una porta, la già citata Ardeatina, per una spesa complessiva stimata intorno ai 44.000 ducati, cifra in parte ricavata dalle imposte sulla farina ed in parte dalle casse dello Stato.
L’opera fu progettata per far fronte ai possibili assalti bellici dell’Urbe dal sud Italia, pericolo accresciuto soprattutto dopo il saccheggio di Fondi e Terracina (1534) da parte della flotta navale di Geneddin – o Caireddin – re d’Algeri ed emissario di Solimano II, sultano dei Turchi.
Antonio da Sangallo il Giovane, erede della grande tradizione architettonica di difesa del Quattrocento italiano, progettò un’opera che, per le tecniche difensive, può considerarsi in qualche modo all’avanguardia, così come dimostra anche la serie di suoi disegni relativi alle fortificazioni di Roma, attualmente presente presso la collezione grafica del Museo degli Uffizi di Firenze.
Durante i lavori di realizzazione del nuovo Bastione, Paolo III applicò il Sangallo anche al rafforzamento difensivo della Città Leonina. Tale decisione fece sì che i lavori sulle Mura Aureliane rallentarono, fino ad essere completamente abbandonati intorno al 1539, per non essere mai più ripresi. Il Bastione rimase inutilizzato anche nei secoli successivi.
Per chi percorre la strada esterna, fra la Porta S. Paolo e quella di S. Sebastiano, il Bastione Ardeatino si presenta come una continuazione delle mura antiche. Formato da una cortina di mattoni a vista, è collegato alla torre del circuito aureliano, risulta elevato nel mezzo da un torrione e seguito da una lunga fronte che ne costituisce anche i fianchi. Poggia su uno zoccolo che si protrae direttamente fino alle fondamenta, così come è stato recentemente individuato dopo uno sterro realizzato nella zona interna della stessa struttura difensiva. L’andamento del Bastione risulta a scarpa, per contrastare gli attacchi delle armi da fuoco, ed è delimitato alla sommità da un cordolo in travertino.

INTERVENTO CONSERVATIVO
Dopo una prima tranche di lavori (2002) è stato realizzato, nel periodo luglio 2004 – maggio 2006, l’intervento conclusivo del restauro, riguardante il diserbo delle mura urbane e dei ruderi, il trattamento con biocidi delle superfici architettoniche in pietra e cortina antica, la revisione e sistemazione del paramento antico a faccia vista, la realizzazione della protezione della sommità delle murature, della pavimentazione dei terrazzi, degli ambienti e degli estradossi di volte, compresa la formazione dei colmi al centro e delle pendenze ai lati, mediante cocciopesto, la copertura spalto compresa fra le due torri medioevali delimitanti l’area del Bastione stesso, la verifica del paramento interno ed esterno del piano murario con micro-consolidamento dei mattoni lesionati e successiva stilatura dei giunti, la sigillatura delle sconnessure e dei fori sulle superfici dei paramenti in pietra, in opera quadrata o poligonale, la scialbatura e velatura dei paramenti di tufo esterni, la spatolatura e ripresa, con nuovi colori, delle zone a mattoni eseguita in tutta la porzione di muro, il totale consolidamento e/o ricostruzione delle lacune più evidenti, le ripuliture con spatola, delle stuccature, soprattutto per quello che riguarda le zone troppo estese, il restauro di antiche armille e piedritti in bipedali in cotto.
Per le parti in mattone è stato ripreso il colore originario per quanto possibile, mentre si sono verificate sostituzioni laddove non esisteva altra alternativa e dove è stato prioritario sanare situazioni di degrado progressivo.

STEMMA PONTIFICIO  – CENNI STORICI
Nel periodo ottobre-dicembre 2005 è stato realizzato il restauro del monumentale stemma pontificio di Paolo III Farnese, inserito sullo spigolo principale del Bastione Ardeatino, attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane.
L’opera in travertino (cm. 370x450x40) è stata per lo più datata, così come l’intero complesso architettonico, fra il 1537 e il 1543, anche se verosimilmente lo stemma dovrebbe essere stato collocato prima dell’interruzione dei lavori del Bastione e perciò intorno al 1540. Lo stemma è realizzato con un travertino ricco di concrezioni e venature, con tutti gli elementi lapidei incassati nella muratura in laterizi e nella parte superiore elementi in ferro, a sostegno.

INTERVENTO CONSERVATIVO
L’esposizione alle intemperie ha causato una depauperazione materica dello stemma consistente e rilevata da scagliature, esfogliazioni e alveolizzazioni. Nel tempo alcune porzioni del manufatto sono andate irrimediabilmente perdute. In particolare, la porzione anteriore del triregno, le due corone, una voluta a sinistra dell’opera, un riccio sinistro del cartiglio e alcuni elementi decorativi. La patina grigia è stata trattata con biocidi, mentre il consolidamento di piccole porzioni sono state trattate con colla epossidica, così comegli elementi in travertino, distaccati a mezzo di perni in vetroresina e con la colla. La pulitura è stata eseguita a mezzo di impacchi. L’intervento di restauro conservativo è stato curato dalla ditta Triana Ariè.

Info:

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura – Fabiana Magrì +39 06 82077386 Gabriella Gnetti +39 06 82077305.

 


Mail: f.magri@zetema.it – g.gnetti@zetema.it
Fonte: Zètema 02/08/2006
Cronologia: Arch. Romana

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