Archivi

MARSALA (Tp): Ritrovamento tra villette in costruzione.

Birgi Vecchia. Qui non ci si può arrivare per caso. Bisogna andarci a colpo sicuro. Non sono strade di transito, anzi sono lontane dalla striscia di asfalto maggiormente battuta e che è quella che collega l’aeroporto di Birgi alle frazioni litoranee di Marsala. Non appena si imbocca questa strada, fatti pochi metri, bisogna subito piegare verso destra einfilarsi in un dedalo di vie, ritrovandosi nell’antico abitato agricolo di Birgi. Non si deve arrivare in fondo dove ci sono le antiche saline e i manufatti di un tempo, ma ancora bisogna andare in mezzo alla campagna, che comunque è densamente segnata da edifici di ogni genere, agricoli e residenziali, e infine giungere nel baglio Passalacqua. Ci sono una serie di cantieri, villette realizzate a ridosso dello Stagnone e che hanno dinanzi il suggestivo e incantevole, quanto invidiabile panorama di Mothìa.
Tra un cantiere e l’altro ci sono delle palizzate di lamiera (a proposito perché non realizzare recinti di altro genere e non i soliti ondulati e zingati) che recano l’insegna della Soprintendenza dei beni culturali. Saggi conoscitivi, indagini archeologiche in corso viene spiegato.

Nulla tradisce che invece in quel punto è stata fatta una scoperta che sembra essere di grande valore.
Ecco le antiche tombe di era punica si possono vedere a pochi metri dall’ingresso. Subito se ne scorgono un paio davanti, altre un po’ scostate verso la destra, altre in fondo, qui c’è lo scavo , che ne contiene molte. In tutto una trentina.

A lavorare usando mani e mezzi artigianali e nessun mezzo meccanico sono un paio di operai. Si muovono da esperti e di colpo mentre chiediamo notizie delle ricerche in corso ecco che compare un frammento biancastro in mezzo alla terra che copre una delle tombe, una piccola porzione di un osso. Dentro un contenitore di plastica sono riposti invece dei cocci, ciò che resta degli ornamenti funerari.
Delle tombe restano solo le pietre che componevano in forma rettangolare. Non ci sono più le lapidi, alcune delle pietre sono «scavate», portano sopra i segni degli aratri che per secoli hanno lavorato questa terra. Alcune lapidi addirittura nel tempo sono state trovate sulla vicina spiaggia, qualcuna si trova ancora sul basso fondale dello Stagnone, perché una volta quando muovendo la terra uscivano fuori quelle che sembravano essere solo delle grosse e ingombranti pietre, i contadini finivano con il buttarle in mare.
I lavori di ricerca della soprintendenza sono scattati dopo che la ditta proprietaria dell’area ha presentato un progetto per realizzare un residence. A norma di legge trovandosi in zona soggetta a tutela paesaggistica ed archeologica, i lavori possono essere autorizzati dal Comune (di Marsala in questo caso) solo dietro nullaosta dei Beni Culturali. Se la zona risulta di importante valore può anche accadere che il nulla osta non venga concesso, oppure ci sono altre soluzioni, che possono pure suscitare qualche dubbio, «ma è la legge che lo consente» spiegano i tecnici.
La procedura che si sta seguendo oggi è quella che in passato è stata applicata per dare il via libera alla costruzione di altri insediamenti. Anche per il residence che estate costruito proprio affianco al cantiere della soprintendenza. Sembra che fi sia stata addirittura rinvenuta una tomba con uno scheletro, non essendoci altro, il ritrovamento è stato rimosso, portato altrove, a disposizione della soprintendenza, e per il resto si è permesso di potere costruire. E qui cosa accadrà?

«Dobbiamo portare a termine gli scavi – spiega la prof. Griffo – e dunque valutare l’importanza del ritrovamento e in conseguenza di ciò decideremo il da farsi».
Potrebbe succedere che le tombe trovate vengano ricoperte in modo tale che niente possa intaccarle e alla fine dare l’autorizzazione a costruire anche sopra di esse, resterà registrato il ritrovamento…a futura memoria. Oppure spostare alcune delle tombe nella porzione dello stesso terreno che non è interessato ad alcun insediamento costruttivo, ha una destinazione a verde attrezzato, e quindi collocare in vista i ritrovamenti, almeno quelli più integri. Altra ipotesi anche quella di spostare qualcosa all’interno di un museo. A Mothia per esempio si trovano le tombe e gli ornamenti funerari che un decennio addietro vennero rinvenute sempre sulla costa di Birgi, nella proprietà Monteleone.

Scoperta che anche in quel caso venne fatta durante delle indagini archeologiche preventive alla concessione di un nulla osta per un intervento edilizio.

 


Fonte: La Sicilia 15/07/2006
Autore: Rino Ciacalone
Cronologia: Protostoria

Segnala la tua notizia