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ROMA. Ostia Antica annega nel fango.

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ostia antica fangoTra i luoghi di culto all’interno dell’area archeologica di Ostia Antica è senza dubbio tra i più belli e affascinanti, l’unico fra i Mitrei a meritare anche una fotografia sulla pagina di Wikipedia: si tratta del Mitreo delle Terme del Mitra, costruito nella prima metà del III secolo. Purtroppo però è impossibile da visitare: l’entrata è infatti coperta dal fango e poter arrivare ad ammirare da vicino la statua del dio che uccide il toro è davvero una missione da Indiana Jones.
Ma non è il solo tesoro inaccessibile degli scavi. Una situazione analoga c’è infatti nella parte di Via della Foce interna all’area: passeggiando lungo la strada si deve fare attenzione a non finire in acquitrini e fango. Non solo.
Il Decumano, quella che era la strada commerciale della città antica, a un certo punto è interrotta da transenne perché la fanghiglia sta conquistando sempre più spazio. E per il pantano è chiusa la zona che ospita gli edifici sacri, i quartieri popolari, abitazioni e impianti termali.
Qualche turista intraprendente scavalca le barriere, deciso a non perdersi nulla dell’area archeologica celebre in tutto il mondo e che raccoglie la cifra record di 330mila visitatori l’anno. In molti però sono costretti a fare dietrofront.
“Acqua e fango non dipendono da incuria e degrado ma dalla falda d’acqua dolce che si trova proprio in quell’area”, assicura alll’Adnkronos Cinzia Morelli, direttore dell’area archeologica di Ostia Antica, evidenziando con forza che “si tratta di un problema endemico di innalzamenti repentini della falda in coincidenza con le piogge. Tre settimane fa ha piovuto – racconta Morelli – e la pioggia ha provocato appunto un innalzamento della falda e gli allagamenti dell’area”.
Tra l’altro, sottolinea, le idrovore non aiutano: “Qualsiasi tentativo di pompare via l’acqua è inutile perché dopo neanche mezz’ora torna e si allaga tutto di nuovo”. “Con il fango, la melma e le zone completamente allagate per ragioni di sicurezza sono state posizionate transenne e reti per impedire il passaggio dei visitatori che potrebbero scivolare e cadere”, aggiunge Morelli, che tiene ad assicurare come anche “la presenza dell’acqua nel Mitreo delle Terme del Mitra è dovuta alla falda. Sarebbe degrado e incuria se non ci fossero le reti e le transenne a tutelare i visitatori”, replica a chi lamenta l’inaccessibilità del luogo.
Il direttore dell’area archeologica spiega: “Da quasi un anno stiamo monitorando questa falda per capire come risolvere il problema. La stiamo osservando e studiando attraverso una serie di pozzi, stiamo anche effettuando una serie di analisi dell’acqua per capire come governare la falda e rendere l’area accessibile. Abbiamo interpellato geologi e tecnici idraulici che stanno osservando e analizzando la situazione, ma trovare soluzioni non è facile perché sono fenomeni repentini, vanno studiati i minimi e i massimi dell’acqua, il tipo di acqua, il collegamento con il Tevere, e, se da una parte c’è un discorso tecnico da affrontare anche con un potenziamento dei tratti fognari, dall’altra sarà necessario individuare nuovi percorsi per il pubblico”.
Tra l’altro, osserva, “Ostia è pluristratificata, ci sono due livelli scoperti entrambi, le strutture repubblicane e le strutture imperiali, e sono luoghi, purtroppo, colpiti dagli allagamenti, quindi bisogna studiare itinerari per rendere fruibile l’area ai visitatori”.

Fonte: www.quotidianoarte.it , 28 apr 2015

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