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ROMA. L’archeologo Carandini Diamo un museo a ogni Comune.

Un museo della citta’. Ecco la soluzione. Il problema, in caso di ritrovamenti importanti, e’ che i nostri Comuni, quelli grandi come Livorno, ma anche quelli piu’ piccoli, non hanno una struttura che racconti la storia del luogo.
Andrea Carandini e’ uno degli archeologi piu’ noti d’Italia. E’, tra l’altro, titolare della prestigiosa cattedra di Archeologia Classica all’Universita’ La Sapienza di Roma. Professore, ancora un ritrovamento importante che ritorna sottoterra.
Dobbiamo rassegnarci?

«Assolutamente no».

Del resto non e’ neanche il primo caso

«No, purtroppo succede spesso. Pensate per esempio a quello che e’ avvenuto nella capitale quando in piazza Venezia e’ emerso un pezzo dell’antico percorso della via Lata, la piu’ importante della Roma antica».

Perche’ ci rassegniamo a perdere tanti tesori?
«Il problema e’ duplice: l’estrema ricchezza di reperti archeologici e la poverta’ di fondi».

Ma e’ impossibile pensare di trasformare il luogo della scoperta in un museo?

«E’ difficile realizzare musei a cielo aperto in mezzo alle citta’, sotto strade e piazze. Anche all’estero non fanno cosi’. La soluzione e’ un’altra».

Quale?

«Istituire i musei dei Comuni, anche quelli piccoli. Il materiale rinvenuto in citta’ puo’ essere trasferito nel museo».

Concretamente crede che si potrebbero realizzare?

«Si’, creando luoghi completamente nuovi oppure con apposite sezioni nei musei esistenti».

Il museo troverebbe visitatori?

«Certo, prima di tutto tra gli abitanti che cosi’ potrebbero conoscere la storia e il percorso della comunita’ in cui vivono. Anche per i turisti, pero’, sarebbe un’attrattiva. Non puntiamo soltanto sulle singole opere d’arte».

Altrove ha avuto successo?

«All’estero ci sono musei della citta’ a Londra, Vienna o Amsterdam, per fare qualche esempio. L’importante e’ cominciare. Noi non abbiamo nemmeno un museo della storia italiana, andate a Berlino e visitate il Museo della storia della Germania».


Fonte: La Stampa 11/09/2009
Autore: Ferruccio Sansa

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