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ROMA. Colosseo, completati i lavori di ripulitura della facciata esterna.

In alto si vedono ancora i segni degli agganci del “velarium” che i marinai della flotta di Capo Miseno erano incaricati di manovrare per difendere gli spettatori dalle inclemenze del tempo. E il 1° luglio se non di un velario almeno di una fragile tettoria ci sarebbe stato bisogno per non sciogliersi sotto i raggi di un sole implacabile durante la presentazione della conclusione dei restauri delle superfici esterne del Colosseo, il monumento simbolo dell’Italia e di Roma. Per festeggiare l’evento una vera e propria scenografia. Sul palco da un lato una decina di maestri artigiani delle calzature firmate Tod’s con tanto di grembiule di pelle, dall’altro con elmetto azzurro una rappresentanza dei restauratori che hanno messo le mani sul monumento. E grandi schermi, microfoni, fotografi, giornalisti, Enrico Mentana a fare da presentatore e tanto pubblico ad ascoltare sotto il sole. Oltre quello che osservava dall’alto incuriosito.
“E’ emozionante stare qui dentro, al di là di ogni retorica e retropensiero” , esordisce Mentana presentando un restauro realizzato grazie al mecenatismo del gruppo Tod’s di Diego e Andrea Della Valle che ha elargito a puro titolo liberare 25 milioni di euro. “Questa non è solo un’operazione di recupero, questo è il segno di ciò che l’Italia deve rappresentare in Europa, il segno della nostra identità, l’elemento più forte che l’Italia porta all’anima più profonda dell’Europa”, dichiara il presidente del consiglio Matteo Renzi. Questi sono giorni duri dopo quello che è successo nel Regno Unito – prosegue – ma noi italiani ripartiamo dai nostri valori: orgoglio, cura e passione. E’ finito il tempo delle cose che non si potevano fare. “ Questo Colosseo restaurato è il simbolo dell’Italia di oggi. Oggi è un momento di grande gioia per chi crede nei progetti realizzabli”. E ringrazia chi ha lavorato e la famiglia Tod’s. “Dobbiamo smetterla con le polemiche, dai Bronzi a Brera, è finito il tempo in cui ci si lamentava della cultura perché non c’era chi ci metteva i soldi. Ora le risorse ci sono, ma bisogna crederci”, ha detto il premier.
“E’ una giornata bella, importante, per Roma e per l’Italia soprattutto perché ci dimostra quanto tempo si è perso nell’inutile dibattito tardo-ideologico sull’inconciliabilità fra pubblico e privato nella gestione dei beni culturali, che ora proseguirà, con le risorse Tod’s, al restauro degli ipogei”, ha detto il ministro Dario Franceschini, ringraziando Diego Della Valle per aver sopportato le critiche. Ed essersi imbarcato in questa operazione prima che fossero approvati gli incentivi fiscali dell’Art Bonus, diventato permanente con la Legge di stabilità. Un provvedimento che ci pone all’avanguardia in Europa, che ha registrato un grande successo con più di 3mila donatori e 100 milioni di euro. E guardando al futuro il ministro ribadisce la scelta già fatta, finanziata dallo stato con 18 milioni di euro, per il completamento dell’arena. “Renderà questo luogo ancora più bello e darà la possibilità di organizzare eventi culturali di altissimo livello. Anno scorso abbiamo visto ‘Medea’, non faremo certamente le partite di calcio…” Quella di oggi è la dimostrazione che pubblico e privato possono collaborare nel settore dei beni culturali. “E’ un segnale e un invito alle imprese a seguire l’esempio di Della Valle”, ha concluso il ministro.
Cosa insegna all’imprenditore Della Valle, “orgoglioso di essere italiano”, questa esperienza? Cosa si è fatto, si può fare e vuol far chiede Mentana. E la risposta è netta. “Il mio mondo dell’impresa, un mondo generoso, oggi più che mai si deve mettere a disposizione del paese e dei suoi bisogni. Abbiamo l’orgoglio del nostro paese e facciamolo vedere. Anche il piccolo artigiano che restaura la fontana del suo paesino – prosegue – fa un’opera importante come quella del restauro del Colosseo, che è servita come una start up tra il mondo dell’impresa e il pubblico, al cui interno lavorano persone di altissimo livello”. E riconosce l’importantissimo valore economico del ministero di Franceschini. “Finiamo si restaurare Pompei, Caserta, interveniamo sui templi siciliani, creiamo una rete legata al mondo del turismo e del buon vivere che sostiene anche il mondo delle imprese –dice Della Valle – Privato e pubblico possono fare molte cose insieme”.
E a chiudere la giornata una serata esclusiva per 300 invitati (fra cui molti imprenditori a cui verrà sottoposta una lista di possibili interventi), con visita ai restauri per celebrare il completamento della prima fase dei lavori iniziati nel 2013 (costo meno di 10 milioni di euro). Hanno riguardato il restauro di prospetti settentrionale e meridionale per una superficie di 13.300 mq e la sostituzione dell’attuale sistema di chiusura dei fornici con nuove cancellate in ferro battuto. Dopo la mappatura della superficie, documentata anche da 13mila fotografie, si è passati alla pulitura con acqua nebulizzata, alternata a spazzole di saggina, poi al consolidamento delle scaglie di travertino con malta di calce aerea e iniezioni di malta idraulica liquida, quindi le stuccature, l’asportazione di stuccature precedenti non idonee e di depositi accumulatisi nel tempo. Un lavoro certosino eseguito con la massima delicatezza, utilizzando tecniche antiche e modernissime, secondo lo stile che è proprio del restauro in Italia. Un restauro conservativo non aggressivo, che rispetta i segni del tempo e lascia intatta la patina, facendo riemergere il colore rosato della pietra e portando a scoperte inattese. Come i numeri in rosso che indicavano i diversi fornici, ricorda il soprintendente Francesco Prosperetti che proprio il 1° luglio ha inviato alla Gazzetta Ufficiale la lettera per il bando di gara per la nuova Arena che dovrebbe essere realizzata in tre anni. Sarà preceduta da approfondite indagini del sottosuolo per assicurarsi che non ci siano problemi d’acqua che possano metterla a rischio. Il piano degli interventi generali, sempre finanziato dalla Tod’s, proseguirà con il restauro degli ambulacri e dei sotterranei e la realizzazione di un centro servizi che porti all’esterno le attività di supporto alle visite, attualmente dentro il monumento. Sono previsti tre anni di lavoro.

Autore: Laura Gigliotti

Fonte: www.quotidianoarte.it, 2 luglio 2016

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