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Riccardo Partinico. Speciale TG1 tenta di “sicilianizzare” i Bronzi di Riace. “Eteocle e Polinice” indossano il chitone e diventano “Gelone e Ierone”.

Nello SpecialeTG1 andato in onda domenica 4 maggio u.s. e dedicato ai Bronzi di Riace, i telespettatori hanno potuto ascoltare storie di “fantarcheologia”. Dopo i mitologici fratelli gemelli “Eteocle e Polinice”, oscurati dal sito del Museo di Reggio Calabria per ordine del Ministro, adesso spunta un’altra suggestiva ipotesi “siracusana”: i Bronzi di Riace sarebbero i fratelli “Gelone e Ierone” tiranni di Siracusa.
Si vuole far credere, non considerando i dati chimici, mineralogici ed artistici rilevati dal CEDAD di unisalento e dall’Istituto Centrale per il Restauro, che i Bronzi di Riace non sono stati realizzati nel 430 a,C. (Statua B) e nel 460 a.C. (Statua A), ma sono stati realizzati cinquant’anni prima, nel 480 a.C. in Grecia, spediti a pezzi per essere assemblati e successivamente esposti nella città di Siracusa. Il prof. Fabio Caruso, Archeologo, docente all’Università di Catania e Componente del CNR ha smentito con dati incontrovertibili l’ipotesi “siracusana” e la sua relazione è consultabile su numerosi quotidiani siciliani. Il Docente, nativo di Siracusa, ha anche individuato la foto della “Statua A” che è stata utilizzata per comporre il fotomontaggio del “terzo Bronzo” sulla spiaggia di Brucoli e che è stata immortalata dalle telecamere di RAI 1.
A Reggio Calabria, invece, è calato il silenzio. Qualche ambigua dichiarazione da chi per anni ha usufruito dello stesso servizio pubblico. Io, a differenza di altri, ho visto attentamente lo Speciale TG1, la mia ipotesi anatomica sui Bronzi di Riace non è promossa dai “poteri forti”, non ho libri da vendere, ma ho dieci punti da esporre ai lettori per dimostrare perché si tratta di una “bufala”.

1) Secondo quanto riferito da Mister X, testimone “per sentito dire” di Augusta, un boss calabrese gli avrebbe rivelato che i Bronzi di Riace sono stati ritrovati a Brucoli nel 1971 assieme ad altre cinque statue, a 90 metri di profondità e che sarebbero stati spediti in Calabria per essere venduti nel traffico clandestino.
A 90 metri di profondità è buio assoluto, la pressione è elevatissima, la temperatura è prossima allo zero, l’ossigeno diventa tossico e si può verificare un avvelenamento da diossido di carbonio. Come avranno fatto i pescatori di “corallo”, cinquanta anni fa, ad immergersi a quella profondità e recuperare 7 statue che pesavano 400 kg ciascuna?

2) Il testimone Mimmo Bertoni, all’epoca decenne, riferisce di aver visto, di sera e dalla cucina della propria abitazione, alcuni sub trasportare le statue da un’imbarcazione all’altra, di aver visto mettere in piedi da due uomini una statua e di aver notato che ad una di esse mancava un occhio.
Non è possibile trasportare sette statue “a mano” che pesavano 400 kg ciascuna, 2800 kg in totale, da un’imbarcazione ad un’altra, mettere in piedi una statua di 400 kg e vedere, di sera e da un’abitazione, che ad una di esse manca un occhio

3) La giornalista della RAI al termine del servizio, tira fuori il telefonino ed esibisce al testimone la fotografia di un “terzo Bronzo” sulla spiaggia di Brucoli e chiede se ritiene autentica la fotografia. Il testimone, senza guardare il telefonino, inizia a descriverla e dichiara: “questa foto è una foto originale”.
Come hanno potuto gli Esperti della RAI non capire che si tratta di un fotomontaggio realizzato con una foto della “Statua A” e decidere di mandarla in onda?

4) Qualcuno dice che le statue sono state realizzate in Grecia nel 480/470 a.C., spedite “a pezzi” a Siracusa e saldate con l’argilla dell’Anapo. La Grecia nel 480 a.C. era invasa dai Persiani che avevano distrutto ed incendiato Atene, è il tempo di Leonida e Temistocle, delle battaglie delle Termopoli e di Salamina, non è possibile che in quegli anni di guerra qualcuno potesse realizzare costose statue in bronzo da inviare “a pezzi” a Siracusa. La ricostruzione della Grecia iniziò nel 461 a.C. e le statue furono realizzate da Fidia, Cresila, Mirone, Policleto, altri artisti nel periodo definito “Età di Pericle”, dal 461 al 429 a.C..

5) La “Statua B” rappresenterebbe Gelone, tiranno di Siracusa e la “Statua A” Ierone.
Come si può sostenere che la “Statua B”, realizzata nel 430 a.C., rappresenti GELONE, morto cinquant’anni prima, nel 478 a.C., e la “Statua A”, realizzata nel 460 a.C., rappresenti IERONE, fratello minore di GELONE, morto nel 466 a.C?

6) I tenoni, quattro “Statua B” e uno “Statua A”, che ancoravano le due statue ai basamenti sono di piombo proveniente dalle miniere di Laurion a 40 km da Atene.
Per dimostrare in maniera incontrovertibile che i Bronzi di Riace erano esposti in Grecia, a mio avviso, è necessario esporre i tenoni nel Museo Archelogico di Reggio Calabria.

7) Il mistero dei misteri.
Ascoltando quanto andato in onda su tutte le reti RAI e leggendo quanto scritto su riviste e giornali la domanda che sorge spontanea è questa: diffondere notizie su fatti impossibili da realizzarsi, che inducono la maggioranza delle persone comuni alla credulità popolare -u rissuru a televisioni- a chi giova? C’è forse un “Comitato” che produce audience e vendita di libri, riviste ed altro? Qualcuno vuole “sicilianizzare” i Bronzi di Riace per accaparrarsi un riconoscimento storico? La Procura dovrebbe indagare su questo e non su reati che oramai sono prescritti da quarant’anni.

8) Stefano Mariottini ed il cugino Sandro Lomoro, depositari della verità?
Sono “anzianotti” ma “arzilli”, tutti i reati sono in prescrizione, non dovrebbero portarsi il segreto dei Bronzi di Riace nella tomba, non è giusto. L’umanità potrebbe, nonostante tutto, essere grata se facessero luce su come andarono davvero le cose.

9) Il 10 luglio 1973 la ‘Ndrangheta sequestrò il nipote 16enne di Jean Paul Getty, titolare del Museo di Los Angeles e, dopo avergli tagliato il lobo di un orecchio ed ottenuto un riscatto di oltre due milioni di dollari, lo liberò il 15 dicembre 1973 sulla Salerno /Reggio Calabria.
Jean Paul Getty da molti anni era in contatto con faccendieri per acquistare reperti archeologici. Un sub calabrese che oggi vive in Inghilterra e lavorava con la ditta di sottomarini Comex, dichiarò che Henri Germain Delouze gli confidò di aver consegnato personalmente il “Terzo Bronzo di Riace” a Jean Paul Getty.
È possibile che il sequestro sia stato deciso dalla ‘Ndrangheta per il fatto che Paul Getty aveva comprato la statua e non aveva pagato l’intera somma pattuita?

10) La “Statua B”, distesa sulla spiaggia di Riace il 21 agosto 1972, è priva di incrostazioni e di mucillagini, i riccioli della barba sono completamente puliti e non sembra provenire da ambienti marini. La statua era davvero custodita in un deposito di Riace, assieme ad altri reperti e vista dall’archeologo Barillaro prima di essere gettata in mare?

Autore: Riccardo Partinico – riccardopartinico@yahoo.it

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