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RAVENNA. In un frammento d’osso la storia degli europei di 17mila anni fa.

frammento

E’ una scoperta che riscrive non solo la storia dell’Europa, ma anche quella del dna di tutte le persone che nel mondo hanno origini europee. Quella effettuata al Bones Lab del dipartimento ravennate di Archeologia dell’Università di Bologna è un’esplorazione all’indietro nel tempo nei primi millenni immediatamente dopo l’ultima era glaciale, che gli archeologi, gli antropologi e gli esperti di dna dell’Università di Bologna (in collaborazione con l’Università di Padova) hanno effettuato a partire dai resti di un uomo del paleolitico – nello specifico da un frammento di mandibola – rinvenuto nel 1963 nello scavo archeologico di Riparo Tagliente, in provincia di Verona.
“Quell’individuo”, spiegano gli archeologi Stefano Benazzi , direttore del Bones Lab, e il collega ricercatore Eugenio Bortolini , primo autore dello studio, “era uno dei primi sapiens a spingersi a ricolonizzare le Alpi dopo la fine dell’era glaciale, che le aveva ricoperte di una calotta di ghiaccio”.
Il particolare al centro della ricerca è la composizione del dna dell’uomo – un giovane di circa 30 anni, vissuto 17mila anni fa – che presenta affinità, “attraverso la linea materna ma anche quella paterna, con individui vissuti in altre località sia italiane che europee fino addirittura a 19mila anni fa. Un dato, questo, che suggerisce come i movimenti di popoli attraverso l’Europa siano precedenti alla ricolonizzazione delle Alpi dopo il picco dell’ultima glaciazione, e siano quindi sempre rimasti attivi anche durante le fasi più fredde”.
Quegli antichissimi sapiens – ancora cacciatori-raccoglitori – riuscirono a sopravvivere in Europa anche durante il periodo glaciale, ricavando degli habitat in cosiddetti “rifugi”, dai quali poi sarebbero ripartiti alla colonizzazione del continente una volta che i ghiacci avessero lasciato loro spazio.
L’Europa di 17mila anni fa era molto diversa da quella attuale: “l’esistenza di calotte di ghiaccio faceva sì che mari e oceani fossero meno estesi. L’Adriatico, ad esempio, non si spingeva oltre le attuali Marche. Anche per questo le migrazioni che ripetutamente coinvolsero l’Europa presero il via sempre dall’Asia occidentale o dal Medio Oriente. E il dna dell’individuo in questione conferma queste evidenze.
La nostra ricerca prova l’esistenza di reti di collegamento, scambio culturale e commerciale e mobilità capaci di attraversare l’Europa già immediatamente dopo l’apice dell’ultima era glaciale, e molto prima del riscaldamento dovuto ad eventi climatici successivi”.

Fonte: ilrestodelcarlino.it/ravenna, 21 apr 2021

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