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Michele Zazzi. Askos villanoviano da Bologna.

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askosIl vaso in terracotta, la cui funzione era quella di contenitore di profumi ed unguenti, fu ritrovato nella necropoli Benacci (tomba 525) a Bologna nel 1875 ed è databile alla fine dell’VIII secolo a.C. (fase villanoviana).
La tomba aveva forma di semplice buca e del corredo facevano parte anche una fibula ad arco serpeggiante, un coltello in ferro (deposizione maschile?) e due piccole ruote fittili; quest’ultime, trovate vicino al recipiente, hanno fatto pensare che l’oggetto potesse forse (?) essere collocato su di un carrello.
Il reperto (alt. cm 17,7) rappresenta un animale fantastico con corpo di uccello e testa di toro, dotato di lungo collo e corpo panciuto. L’ansa (manico) è a forma di cavallo montato da un cavaliere/guerriero con elmo e scudo sulle spalle.
askosL’askos è decorato con motivi geometrici a cordicella e cerchielli impressi.
Il recipiente, tra l’altro, costituisce una delle poche fonti d’informazione per la ricostruzione dell’armamento difensivo del periodo a Bologna.
Vasi simili di forma taurina, seppur privi dell’ansa configurata, sono stati ritrovati oltre che a Bologna nell’Etruria Tirrenica (es Tarquinia).
Probabilmente l’askos in oggetto simboleggiava il viaggio nell’aldilà (forse anche in volo) di un personaggio dell’élite della comunità locale. Il tema del viaggio verso l’oltretomba in volo troverà riscontro anche nella produzione delle stele felsinee.
Il vaso è esposto nel Museo Civico Archeologico di Bologna (inv. 12791).

askosSull’askos Benacci cfr., tra l’altro, Cavalieri etruschi dalle valli al Po. Tra Reno e Panaro, la valle del Samoggia nell’VIII e VII secolo a.C., a cura di Rita Burgio, Sara Campagnari e Luigi Malnati, Edizioni Aspasia, 2010, pagg. 14 e 85.

Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it

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