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MESSICO – Coltivazioni a terrazze.

Con il declino della popolazione, si è innescata l’erosione del terreno.

Quando la popolazione di una regione aumenta eccessivamente, sembra naturale che la terra ne soffra: la deforestazione, per esempio, porta all’erosione dello strato superficiale del suolo. Un gruppo di ricercatori ha scoperto che nell’antico Messico è avvenuto l’esatto contrario: il paesaggio è andato in pezzi quando la popolazione è drasticamente calata.

Il popolo di Tarascan ha dominato il Messico occidentale per secoli, fino all’arrivo degli Spagnoli. La terra, a quel tempo, era in condizioni pessime, ma finora non ne erano mai state individuate le cause. Recentemente, grazie all’abbassamento delle acque di 10 metri nel lago Pátzcuaro, l’archeologo Christopher Fisher della Kent State University dell’Ohio ha potuto investigare la storia dell’erosione in quell’area negli ultimi 2000 anni.

Fra il 120 e il 775, mentre venivano costruiti i villaggi, i sedimenti sono finiti nel lago a un tasso di 15 millimetri all’anno. In seguito, l’erosione è calata anche del 90 per cento, nonostante la popolazione della zona continuava a crescere da 20 fino a più di 300 abitanti per chilometro quadrato. Fisher ritiene che l’introduzione delle terrazze permise agli abitanti di coltivare il terreno senza provocare ulteriore erosione.

Ma dopo l’arrivo degli europei, attorno al 1520, la situazione mutò in modo drammatico. I tassi di erosione salirono alle stelle, nonostante la popolazione fosse stata decimata dalle malattie portate dagli spagnoli.

Secondo Fisher, proprio il calo della popolazione fu la causa della sciagura: non erano rimaste abbastanza persone per mantenere in funzione e in buono stato le terrazze. I muri si sgretolarono e non contennero più l’erosione, ricoprendo di sedimenti il fondo del lago. Come se non bastasse, nel secolo successivo le piogge più pesanti e le orde di maiali introdotte dall’Europa peggiorarono la situazione.
Fonte: Le Scienze
Autore: Redazione
Cronologia: Arch. Precolombiana

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