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MARIGLIANO (Na). Dagli scavi è riemersa la storia.

Millecinquecento metri quadrati di storia. Tre civiltà e un´epoca a occupare un paesaggio che è un patchwork temporale: età del Bronzo, sannitica, romana e Medioevo.

Quattro tombe, di cui una con un bambino sepolto in un´anfora, tutte contrassegnate con un misterioso “logo” che assomiglia a un labirinto. Una villa con un lussuoso ninfeo intarsiato in marmo, protetta da un fossato. E monete, lucerne, vetri, avori, frammenti di affresco che cominciano a rivelare l´intervento di mani di artisti dotati, con un bellissimo vaso in ceramica sigillata italica con una scena di vittoria in cui compare un cammello.

Questo è lo scavo archeologico in corso a Marigliano, in via Sentino vicino alla frazione di Faibano, in una zona dove si concentrano importanti interessi economici – a quattro chilometri in linea d´aria dal Vulcano Buono di Renzo Piano e nel cuore di quella che, come ha annunciato l´assessore alle attività produttive della Regione Andrea Cozzolino, dovrebbe diventare la Città dei Fiori, un´area di sviluppo del commercio floro-vivaistico.
La scoperta, che rivela la storia dell´antica Marilianum, delle cui origini sannitiche finora non c´era traccia, in un´area destinata a insediamenti produttivi, dove lo scorso giugno cominciarono dei lavori di scavo.

Le pale meccaniche inciamparono in quella che si rivelò una vasta necropoli a due strati, quello romano più sotto, mentre al di sopra c´era quella del primo secolo dopo Cristo. I lavori furono interrotti ma, prima che la soprintendenza potesse intervenire, gli abitanti della zona denunciarono furti di tombaroli nell´area di scavo. L´interrogazione del presidente della Commissione tutela beni ambientali in Senato, Tommaso Sodano, ha suscitato l´interesse del ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli e l´ipotesi di un Parco Archeologico a Marigliano, anche con l´inserimento nel Por 2007-2016 che ha annunciato l´assessore Di Lello non sembra remota.

«Siamo arrivati in tempo – dice il direttore dello scavo, Giuseppe Vecchio, della soprintendenza archeologica di Napoli – e c´è un´ottima collaborazione con il Comune e le istituzioni. Non vogliamo bloccare il progetto di importanti lavori che erano in corso prima della scoperta, ma andrà rivisto nei prossimi mesi, anche se ancora non sappiamo se l´area sarà tutta destinata alla fruizione dei visitatori oppure no. I danni per fortuna non sono stati gravi e stiamo facendo un lavoro eccezionale: siamo sicuri che ci saranno scoperte interessanti».
Alla ripresa dello scavo da parte degli archeologi (nella trincea è all´opera Officina Memoriae, che ha lavorato anche al villaggio preistorico di Nola), si è delineato un intero paesaggio storico, dal Bronzo al Medioevo, con la villa sannitica – finora i Sanniti non avevano oltrepassato Nola, dove fu trovata la famosa tomba dei guerrieri con l´elmo con le antenne conservato all´Archeologico – costruita con grossi blocchi di tufo, ampliata poi in epoca romana, periodo a cui sembra risalire il ninfeo.

La zona da residenziale venne convertita in agricola: per oltre 60 metri si stendono i campi arati romani, che sembrano ancora “lottizzati” come per essere destinati a veterani. L´agro nolano diventò campagna molto produttiva nel Medioevo. Il pavimento della villa fu sfruttato per costruirci su una capanna rurale: nel terreno vicino sono stati trovati noccioli di pesca e resti di frumento. Marigliano ritrova le sue origini, finora poco leggibili, e qualche bel reperto. Come il vaso trovato due giorni fa, ora in restauro: fatto con la ceramica più pregiata dell´epoca romana, rivestita di rosso lucido ottenuto con un´argilla ricca di ferro.

 


Fonte: La Repubblica Napoli, 30/11/2007
Autore: Stella Gervasio

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