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INGHILTERRA. L’uso dello zero è più antico di quanto si credesse.

Uno dei maggiori successi matematici nella storia dell’umanità ha a che fare con l’origine del “niente”, o dello zero per essere più precisi.
I ricercatori della Bodleian Library dell’università di Oxford hanno sottoposto alla datazione con il carbonio un antico testo indiano conosciuto come il manoscritto di Bakshali. Hanno scoperto che alcune pagine del manoscritto risalgono al terzo o quarto secolo, sono più vecchie quindi di 500 anni rispetto a quanto si ritenesse precedentemente. Ciò spinge all’indietro l’origine di ciò che divenne infine il simbolo dello zero – 0 – che usiamo tutt’oggi.
Il manoscritto mostra una serie di cifre in Sanscrito. Al loro interno lo zero viene rappresentato con un piccolo punto.
Questo zero in India è il seme da cui il concetto di zero come numero vero e proprio rappresentato dallo stesso punto o cerchio emergerà alcuni secoli più tardi, qualcosa che molti ritengono uno dei grandi momenti nella storia della matematica”, spiega il ricercatore che ha coordinato lo studio, Marcus du Sautoy.
Questo concetto di zero si è diffuso dalla antica Mesopotamia all’India e infine alla China, osserva Kaplan. In maniera indipendente gli antichi Maya usavano dei simboli per rappresentare lo zero: dei disegni di gusci di tartaruga.
Il primo utilizzo documentato dello zero ci arriva dall’astronomo e matematico Brahmagupta, dice Sautoy.
Per i matematici e gli storici come du Sautoy il manoscritto rappresenta uno degli indizi più importanti per capire un concetto matematico che nel corso dei secoli successivi avrebbe permesso lo sviluppo del calcolo e della fisica.
Per capire le origini dello zero e il dibattito che le circonda è importante capire innanzitutto la distinzione tra ciò a cui gli storici della matematica si riferiscono come “simbolo dello zero” e ciò a cui si riferiscono come zero in quanto numero.
Simboli dello zero o i loro equivalenti sono stati documentati per migliaia di anni. I Sumeri in Mesopotamia furono i primi a rappresentare questo concetto cinquemila anni fa, ha scritto su Scientific American Robert Kaplan, professore di matematica ad Harvard.
“Il testo di Brahmagupta, il Brahmasphutasiddhanta, scritto nel 628 dopo Cristo, è il primo testo a parlare dello zero come di un numero vero e proprio e a includere una discussione sullo zero aritmetico, compresa la pericolosa operazione di dividere per zero”, aggiunge.
Gli storici ipotizzano che lo zero sia poi stato diffuso dai commercianti arabi che percorrevano la Via della Seta, permettendo lo sviluppo di una scuola di pensiero matematico più evoluto.
Il manscritto di Bakhshali è stato scoperto sepolto sotto un campo nel 1881 da un contadino. Consiste di 70 pagine di corteccia di betulla, un materiale usato comunemente per la scrittura prima dell’avvento della carta. Le traduzioni suggeriscono che possa essere stato usato dai mercanti della Via della Seta per i loro conti aritmetici.
Nel 1902 il manoscritto è stato acquisito dall’università di Oxford, dove è stato conservato sino ad oggi.
Nel corso del secolo passato la data del manoscritto è stata oggetto di discussione. Sulla base dello stile di scrittura e dei contenuti matematici gli studiosi ritenevano che fosse stato redatto tra l’VIII e il XII secolo.
Le analisi dei ricercatori di Oxford hanno rivelato che parti del manoscritto contengono corteccia di betulla di tre diversi periodi che vanno dal III al X secolo.
Precedentemente il più antico esempio di simbolo dello zero in India viene da un tempio di Gwalior costruito nel 876 d. C. Se la datazione eseguita con il carbonio è corretta, il manscritto di Bakhshali potrebbe sottrarre questo primato al testo del tempio di Gwalior.
Per Peter Gobets l’unica prova definitiva dell’uso dello zero come un numero è però il suo utilizzo all’interno di una equazione. Gobets è uno dei leader di ZerOrigIndia, o Project Zero, nei Paesi Bassi e collabora con i ricercatori di Mumbai per fissare le origini dello zero.
Si è detto d’accordo con l’affermazione di de Sautoy secondo cui gli scritti di Brahmagupta sono stati i primi a descrivere lo zero come un numero proprio, ma il primo uso dello zero in un’applicazione pratica resta ancora poco chiaro.
Gobets non è convinto che il manoscritto di Bakhshali possa da solo aver condotto alla creazione dello zero: lui e il suo team vorrebbero poter studiare il manoscritto per proprio conto in maniera indipendente ma ciò non è possibile. Dove e quando il numero zero ha compiuto un balzo dal concetto di niente a un cerchio incluso nelle equazioni, dice, è ancora altamente dibattituto.
“Il nostro maggior problema è che ci sono pochissime prove”, spiega, con molte speculazioni ma nessuna documentazione su chi esattamente ha iniziato ad includere lo zero nelle equazioni e quando ciò è avvenuto.
Ciò che sappiamo, dice Gobets, è che il sistema decimale da 0 a 9 è stato cruciale per la nascita dell’algebra in Persia nel IX secolo ed stato essenziale per i principi di fisica documentati nel XVII dal filosofo e scienziato Blaise Pascal.

Autore: Sarah Gibbens

Fonte: www.nationalgeographic.it, set 2017

Vedi il video:
http://www.nationalgeographic.it/multimedia/2017/09/18/video/antico_testo_rivela_origini_zero-3666185/1/

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