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FRANCIA. A Digione, una necropoli con sepolture in posizione seduta.

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Nel periodo che va da ottobre a dicembre 2024, mentre si stavano eseguendo lavori di ristrutturazione e restauro su un territorio di mille metri quadrati in una scuola del gruppo Joséphine Baker di Digione, una città della Borgogna nella Francia centro-orientale, in Côte-d’Or, sotto la Direzione Regionale degli Affari Culturali Borgogna-Franca Contea, furono rinvenuti i resti di 13 persone adulte, insolitamente disposte in posizione seduta, sepolte fra il 450 e il 25 a.C.
La deposizione sembra sia avvenuta in maniera tale che tutte quelle persone fossero egualmente posizionate: esse furono calate in fosse distinte fra di loro, tutte dello stesso diametro, disponendole sedute, con la schiena eretta, in modo che si appoggiasse alla parete orientale della cavità, con il volto rivolto a ovest, con lo sguardo sul tramonto del sole, le gambe piegate come quando ci si siede, e le mani poste presso i femori o il bacino.
Il fatto, avvenuto nell’Età del Ferro (La Tène), è molto interessante sotto il profilo antropologico.
Il resoconto del risultato delle ricerche e degli scavi è stato reso pubblico dal comunicato rilasciato dall’Institut National de Recherches Archéologyques Préventives (INRAP). Invero, come ha detto l’archeoantropologa di quell’istituto, Annamaria Latron, al corrispondente Pierre Barthélémy di Le Monde, il ritrovamento di scheletri di individui seduti avviene abbastanza di rado; anzi, ha precisato che il fatto è abbastanza atipico. Però, sepolture analoghe sono state ritrovate in regioni galliche sia in Francia, in altri siti, ed in Svizzera, sia in regioni celtiche in Gran Bretagna e Irlanda, oltreché in altre regioni europee.
Le fosse, tutte uguali, sono piccoli pozzi, del diametro di poco più di 90 centimetri, distanziate fra di loro di circa 2 metri, a formare un allineamento lungo sui 25 metri.
Ciò che, forse, ha un po’ deluso i ricercatori è stato il non trovare nessun oggetto che accompagnasse i defunti: solamente in una tomba è stato rinvenuto un bracciale di pietra nera, datato fra il IV e il III secolo a.C.
La posizione seduta in cui sono stati trovati i resti umani, hanno fatto pensare, inizialmente, che le salme appartenessero a malfattori, briganti o altro, per cui quella posizione era una specie di punizione, quale sfregio contro le loro attività; ma successivamente tale ipotesi ha lasciato spazio ad un’altra del tutto diversa: vale a dire, che si ritiene che i corpi siano appartenuti a guerrieri, personaggi politici o religiosi, di famiglie di rango elevato. E, invero, il direttore degli scavi per conto dell’INRAP, Hervé Laganier, che sta guidando lo scavo alla Eschapasse Baudouin di Le Point, è del parere che si tratti di persone di una classe sociale specifica e di grande rilievo.
Si pensa, comunque, che si tratti di agricoltori Galli, che vivevano nell’Europa centrale, precisamente in Francia, Germania, Belgio e Italia nell’età del ferro. Naturalmente, gli studi non sono al palo, anzi procedono regolarmente, con la speranza di ottenere ulteriori notizie sui proprietari delle salme, sfruttando le nuove tecniche a disposizione, quali le analisi chimiche e del DNA; inoltre, sperano di avere una maggiore precisione sulla loro sepoltura, ricorrendo alla datazione al radiocarbonio.
Non lontano, furono rinvenute le tombe di 22 bambini molto piccoli, di età inferiore ad un anno, forse risalenti al I secolo a.C. La presenza degli scheletri di tanti bambini fa presumere che, in quel periodo, la mortalità infantile fosse molto elevata. Poiché non si sono trovate pure tombe per adulti, sembra di poter affermare che si trattasse di una necropoli gallo-romana riservata ai bambini, appunto. Il ritrovamento ha fatto ritenere che le salme dei piccoli non fossero destinate al rogo: infatti, erano state deposte, supine o appoggiate su un fianco, entro bare di legno, ora del tutto scomparse a causa del tempo trascorso e dell’umidità, ma che sicuramente un tempo c’erano come lo dimostra la presenza di involucri di pietra e chiodi. In alcune di queste tombe furono trovati ceramiche e altri reperti di natura funeraria.
Nel tempo, forse quel terreno, da cimitero, divenne agricolo: questa ipotesi è dovuta al fatto che gli archeologi hanno individuato fosse parallele fra di loro preparate per piantagioni, forse di viti; inoltre, poiché sono stati trovati teschi di mucche, si presume che più tardi, fra il XVI e il XVII secolo d.C., quel sito sia diventato un luogo di macellazione di bovini.
In ogni modo, il sito archeologico di Digione, con tutto quanto ci ha lasciato, è un esempio altamente importante della cultura e delle diversificazioni fra i vari elementi delle popolazioni antiche, che ci dimostrano come noi siamo ancora ben lontani dall’aver scoperto e chiarito tutto quanto li riguardava.

Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it

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