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CIVITA CASTELLANA (Vt). Tesori sotto gli alberi e i prati. Recuperato il tempio di Giunone a Falerii.

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Le ricerche archeologiche sull’antica città preromana di Falerii, che hanno conosciuto una forte ripresa nel corso degli ultimi anni, si sono intensificate nel corso di questo inizio 2023, grazie alla stretta collaborazione tra tutti gli enti operanti sul territorio. Sono loro, infatti, il vero motore di questa nuova stagione di indagini avviata ormai dal 2020. Il Comune di Civita Castellana, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, la direzione regionale Musei Lazio e il dipartimento di scienze dell’antichità della Sapienza – Università di Roma hanno, infatti, ancora una volta unito le proprie forze per affrontare un nuovo percorso di ricerca e disseminazione della città antica.
Civita Castellana è un comune di circa 15.000 abitanti della provincia di Viterbo, nel Lazio. È sorta sulle rovine di Falerii Veteres città dei falisci di epoca arcaica. I Falisci erano una popolazione che parlava una lingua simile al latino, ma in Etruria. L’influenza etrusca sulla civiltà falisca è dunque fondamentale. Chiaro esempio è la scrittura della lingua falisca, di origine proto-Latina con influenza etrusca.
“L’attenzione in questa prima parte del 2023 è stata posta su un’altra area di grande rilevanza della città preromana: il santuario in località Celle, tradizionalmente riconosciuto come dedicato a Giunone Curite. – afferma il Comune di Civita Castellana – Indagato per la prima volta alla fine dell’‘800, il suo rinvenimento causò subito grande scalpore per la monumentalità e perché, di fatto, venne riconosciuto come il primo esempio di tempio etrusco-italico a essere riportato alla luce durante l’avventurosa stagione di ricerche che caratterizzò gli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia”.
civita castellanaIl tempio, costruito su un enorme basamento di 1400 mq, venne studiato a più riprese negli anni ’30 e poi negli anni ’70 del secolo scorso. I reperti rinvenuti, oggi in parte esposti presso il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia e in parte presso il museo archeologico dell’Agro Falisco a Civita Castellana e pertinenti sia alla decorazione dell’edificio sia alla stipe votiva, attestano una frequentazione dell’area dal VI sec. a.C. alla prima età imperiale. Stando all’interpretazione generalmente accettata, nell’area si deve riconoscere il luogo di culto da cui prendeva le mosse la processione annuale in onore di Giunone, di cui ci dà conto il poeta latino Ovidio in una delle sue odi.
“Un monumento di tale rilevanza aveva necessità di essere nuovamente portato alla luce, di essere pienamente valorizzato e reso di nuovo fruibile dal pubblico. A tale scopo, attraverso la sinergia tra istituzioni, è stato possibile avviare dal mese di marzo scorso un’opera di ripulitura dell’area dalla vegetazione infestante. – affermano i vertici del Comune di Civita Castellana – Parte integrante del percorso di ricerca e divulgazione è anche il PCTO con l’istituto di istruzione superiore Ulderico Midossi di Civita Castellana, realizzato con l’équipe del progetto Falerii del dipartimento di scienze dell’antichità della Sapienza – Università di Roma, al fine di realizzare un percorso espositivo che verrà inaugurato presso il museo dell’Agro Falisco al Forte Sangallo nella seconda metà del prossimo mese di maggio e in cui sarà possibile, per la prima volta, toccare con mano la monumentalità del tempio che si ergeva in località Celle. Queste sono però solo alcune delle attività condotte in questi primi mesi del 2023 per favorire la riscoperta dell’antica Falerii. Consci dell’importanza di rivolgersi al pubblico dei più piccoli, si è infatti ideato il progetto pilota “Venite con noi al museo?”, che ha visto l’adesione di quasi 350 bambini delle scuole primarie di Civita Castellana. I piccoli studenti hanno potuto trascorrere una mattinata in compagnia degli archeologi del progetto Falerii, scoprendo il museo archeologico dell’Agro Falisco e le modalità con cui vengono trattati i reperti rinvenuti in uno scavo archeologico. Tutto ciò in attesa ovviamente della ripresa degli scavi sul colle di Vignale, prevista per il prossimo mese di giugno”.

Fonte: www.stilearte.it, 12 apr 2023

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