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TORINO. Il torinese che ha scoperto come l’Homo sapiens si cuciva i vestiti 39 mila anni fa.

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L’Homo sapiens europeo confezionava vestiti e oggetti in pelle utilizzando una tecnica di punzonatura simile a quella usata oggi dagli artigiani del cuoio. Lo rivela lo studio internazionale diretto da un archeologo italiano, il torinese Francesco d’Errico, dell’Università francese di Bordeaux. Pubblicata sulla rivista Science Advances, la ricerca si basa sulla scoperta nel nord della Spagna del più antico supporto per la punzonatura del cuoio, risalente a 39.600 anni fa. La produzione di indumenti cuciti e aderenti al corpo è stata fondamentale per sopravvivere durante l’ultimo periodo glaciale.
Gli archeologi associano la confezione di tali abiti all’invenzione di aghi a cruna fatti d’osso. I più antichi aghi conosciuti risalgono al periodo compreso tra 45.000 e 35.000 anni fa, in Siberia e nella Cina settentrionale, ma questa invenzione non si diffonde in Europa prima di 26.000 anni fa. I primi Sapiens arrivano in Europa circa 42.000 anni fa. I più antichi punteruoli in osso, che hanno potuto essere utilizzati per perforare pelli, ma anche in numerose altre funzioni, sono stati scoperti in Sud Africa e datano a 73.000 fa.
Questi strumenti appaiono in Europa solo 45 000 anni fa e sembrano essere stati utilizzati dagli ultimi neandertaliani e dai primi Sapiens all’arrivo sul continente europeo. L’uso di questi strumenti ci dice tuttavia poco sulla maniera di cucire gli abiti. I ricercatori delle Università di Bordeaux e di Barcellona, guidati da d’Errico, fanno riferimento a un oggetto in osso, rinvenuto a Canyars, sito archeologico vicino a Barcellona, in Spagna, che fornisce delle informazioni inedite sulla perforazione del cuoio. È un frammento di osso dell’anca di un grande mammifero, probabilmente un cavallo o un bisonte, che presenta sulla superficie piatta 28 impatti microscopici.
La loro disposizione indica che l’artigiano preistorico ha prodotto con lo stesso strumento dieci punzonature equidistanti. Morfologia, orientamento e disposizione dei fori escludono che siano stati fatti per decorare o per registrare informazioni numeriche. I resti archeologici rinvenuti nel sito, attribuiti al periodo Aurignaziano e la loro datazione al radiocarbonio dimostrano che la tecnica della punzonatura era utilizzata da Sapiens che vivevano sulla costa orientale della Spagna 39.600 anni fa. Lo studio dimostra quindi che 14.000 anni prima dell’introduzione degli aghi a cruna in Europa, i cacciatori-raccoglitori paleolitici erano in grado di fabbricare abiti in pelle aderenti e di utilizzarli per far fronte agli episodi climatici estremamente rigorosi che hanno interessato il territorio europeo a quell’epoca.

Fonte: www.torino.corriere.it, 12 apr 2023

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