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ARGENTINA. Il naso “artico” dei Neanderthal.

Una prova anatomica dell’adattamento dei Neanderthal a un clima freddo e secco è stata trovata da un gruppo di ricercatori dell’Instituto Patagónico de Ciencias Sociales y Humanas a Puerto Madryn, in Argentina, che la descrivono sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
Arrivati in Eurasia fra i 500.000 e i 300.000 anni fa, i Neanderthal si trovarono a fronteggiare un ambiente caratterizzato da un clima rigido, al quale – per poter sopravvivere e prosperare – questi nostri antichi cugini dovettero adattarsi. Chiare prove anatomiche di questo adattamento finora tuttavia non ce n’erano, se non per quanto riguarda la struttura corporea relativamente tozza e, a livello genetico, varianti che favoriscono l’accumulo dei grassi.
Un altro indizio che alcuni paleoantropologi avevano indicato come possibile segno di adattamento è il naso, la cui struttura interna avrebbe potuto facilitare il riscaldamento e l’umidificazione dell’aria prima che questa raggiungesse i polmoni ma la mancanza di reperti relativi ai tessuti molli dei Neanderthal aveva impedito la conferma di questa ipotesi.
neandertal 2Rolando González-José e colleghi hanno ora sottoposto a tomografia computerizzata due crani di Neanderthal (uno proveniente da La Ferrassie e l’altro da La Chapelle-aux-Saints) le cui strutture ossee dell’area nasale sono particolarmente ben conservate, e la testa di 38 argentini moderni (26 di ascendenza dell’Europa sud-occidentale e 12 di origine asiatica).
Sulla base delle principali differenze nella morfologia ossea nasale tra Neanderthal e umani moderni, i ricercatori sono riusciti a ricostruire digitalmente il tessuto molle nasale dei Neanderthal. A questo punto, ricorrendo a modelli di fluidodinamica computazionale, hanno simulato la respirazione dei Neanderthal e dei due gruppi di umani moderni. Da questa analisi è risultato che il riscaldamento e l’umidificazione dell’aria era molto più rapida nel modello neanderthaliano, grazie a tempi di permanenza dell’aria notevolmente più lunghi rispetto agli altri.
I ricercatori hanno anche osservato una sostanziale somiglianza fra le strutture nasali interne dei Neanderthal e quella delle popolazioni artiche Inuit, nelle quali però questo tratto si sarebbe evoluto in modo indipendente, e non sarebbe quindi il frutto di un’eredità neanderthaliana.

Fonte: www.lescienze.it, 31 ott 2017

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