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AOSTA. Riemerge uno stadio romano.

L’Aosta romana aveva il suo Circo Massimo in miniatura. Augusta Praetoria, colonia in mezzo alle Alpi, non aveva gli spazi per un circo lungo 600 metri e largo 200 come quello nel cuore di Roma ma aveva uno stadio per i giochi atletici di 75 metri per 35, più simile per dimensioni al Palatino o allo Stadio di Domiziano, l’attuale piazza Navona. Uno spazio aperto, pianeggiante, circondato da gradinate in cui si svolgevano competizioni atletiche: corsa, lotta, pugilato.
L’ultimo tassello di questo ritrovamento, quello che ha permesso di capire la destinazione dell’edificio, è stato fatto per caso in Piazza Roncas durante dei lavori stradali. I resti dei muri che sorreggevano le gradinate erano stati ritrovati negli Anni 80 nei sotterranei dell’ala meridionale del Museo archeologico regionale. Nel tempo, le ipotesi per dare una funzione a quello strano edificio si sono rincorse: chi ha ipotizzato un deposito per le granaglie, chi si è spinto a un tempio a Iside esterno al Foro.
I resti presentano una curvatura caratteristica, con locali lunghi e stretti e volte che lasciano pensare a una gradinata sovrastante. Lo stadio doveva avere un’esedra, un piccolo emiciclo, nella parte Ovest, che ospitava la tribuna principale – simile alla curva di uno stadio moderno – lungo le attuali piazza Roncas e via Croce di città. Le due gradinate parallele erano state edificate a Nord sul terrapieno delle mura urbiche e a Sud addossate al Foro: lo stadio occupava l’intero spazio tra le attuali via San Giocondo e Saint-Bernard-de-Menton. Più lontano da piazza Roncas, altri ritrovamenti di muri di 90 cm di spessore nell’area a Nord del Foro sono stati messi in relazione con i resti dello stesso edificio. Un’altra ipotesi degli archeologi è che la curva ospitasse al suo interno un locale pubblico: sono stati rinvenuti resti di un focolare e alcuni vasi annegati nella malta.
Del resto Augusta Praetoria è stata una città in continua evoluzione. Dalla fondazione, nel 25 a.C., con quasi tutti gli isolati occupati da abitazioni, nell’epoca d’oro dei 200 anni successivi la trasformazione urbanistica è stata continua: i precedenti edifici hanno lasciato posto, all’estremità Nord-Est della colonia, all’area degli spettacoli con la costruzione del Teatro e dell’Anfiteatro. Sono stati edificati i due impianti termali pubblici, il più grande all’incrocio del cardo e del decumano lungo l’attuale via Aubert e nella piazzetta del Cavallo bianco, il secondo in piazza San Francesco. Nella seconda metà del primo secolo d.C., a occupare lo spazio a Nord dell’area sacra del Foro, a due passi dalla Porta Principalis Sinistra e dall’attuale piazza Roncas, è appunto arrivato lo stadio.

Autore: Alessandro Mano

Fonte: www.lastampa.it, 8 giu 2017

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