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ANCONA. Tra terme romane dimenticate e bivacchi dietro San Ciriaco.

Lo sapevate che nel centro storico di Ancona, nascoste dietro palazzi obbrobriosi costruiti negli anni ’60, sono celati i resti delle Terme Romane?
Gli studiosi e gli amanti della storia cittadina saranno sicuramente a conoscenza di questa importante testimonianza, siamo tuttavia convinti che buona parte della città non ne abbia mai sentito parlare. Siamo tutti d’accordo invece sul fatto che il modo in cui sono tenute rappresenti un insulto alla storia, al rispetto che queste testimonianze richiedono di diritto. Nessuno invece è sicuramente a conoscenza, a parte chi l’ha creato, di un bivacco che ha dell’incredibile proprio sotto il duomo, in mezzo alla vegetazione di via Papa Giovanni XXIII.
Girando attraverso i luoghi d’interesse del centro storico che si sta rifacendo bello per il Congresso Eucaristico Nazionale, ci siamo imbattuti casualmente in questo nascondiglio, una vera e propria tana naturale ricavata tra gli arbusti, pressoché invisibile ad occhio nudo. Sono questi i due tratti più marcati di un viaggio che il Carlino ha compiuto nel tentativo di evidenziare eventuali storture.
Terme e bivacco non sono le sole. Osservare frotte di turisti davanti al foro romano e agli scavi archeologici con i cancelli sbarrati, costretti piuttosto ad ammirare un bel gattile davanti alla sede della Curia di via Ferretti sono cose che fanno molto male.
Le terme dimenticate. E’ stato un giovane studioso a condurci nel sacro luogo delle vecchie terme romane, una testimonianza monumentale di estrema importanza. Da soli non saremo mai riusciti a trovarle. Per farlo è necessario arrivare in piazza Stracca, proprio davanti al palazzo degli Anziani e imboccare una delle due stradine che salgono verso via del Faro. Dietro i due palazzi, nascosta e inaccessibile, attraverso un sentiero, si raggiunge una tettoia in ferro, dello stesso tipo usato per proteggere dalle intemperie i meravigliosi mosaici del foro distante poche centinaia di metri. Solo la tettoia ci fa capire di essere arrivati nel posto giusto. Sì perché altrimenti le terme non le avremmo mai viste, talmente sono coperte da erbacce e arbusti cresciuti liberamente da anni. La parte architettonica è sommersa al punto che si possono ammirare solo alcuni scorci delle mura romane. Gli unici a fruire dell’ambiente sono i gatti, una nutrita schiera di felini che ha trovato un comodo riparo.
Il bivacco invisibile. Salendo i tornanti di via Papa Giovanni XXIII, nella zona dove anni fa il terreno crollò provocando una frana molto seria, abita un (o forse) senza fissa dimora che ha tirato su la sua casa nel verde, immerso tra pitosfori e varia vegetazione. Per entrare bisogna scavalcare l’inferriata e sfidare gli arbusti immergendosi in un tunnel naturale. In fondo è stata creato una sorta di bozzolo quasi impermeabile alla pioggia dove il residente ha montato una tenda canadese circondandosi degli oggetti necessari per vivere. Un carrello di quelli che si trovano negli aeroporti, più distante c’è il bagno all’aperto, c’è la dispensa e poi cumuli e cumuli di immondizia, bottiglie di vetro e di plastica, sacchetti della spesa, gli occhiali appoggiati su un ramo, un vecchio tostapane, le ciabatte per stare comodo. Insomma un vero e proprio miniappartamento all’ombra della cattedrale. Occhio non vede, cuore non duole, mentre tutto intorno è un turbinio di cantieri sferruzzanti.

Fonte: Il Resto del Carlino, 15 agosto 2011

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