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VENEZIA. Carabinieri recuperano opere e reperti per 5 milioni.

Oltre 13 mila reperti paleontologici e archeologici per un valore stimato di circa 4 milioni di euro, piu’ di 50 opere ceramiche false del periodo magno-greco e medioevali, per un valore di un milione di euro e la denuncia a piede libero di 10 persone, responsabili di violazione in materia di ricerche archeologiche, commercializzazione ed impossessamento illecito di beni culturali appartenenti alla Stato, sono il bilancio dell’ultimo semestre di serrate indagini condotte dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia nel Triveneto.
I risultati conseguiti sono il frutto di un’intensa e sistematica attivita’ di vigilanza dei siti archeologici terrestri e marini del Triveneto svolta con le altre componenti specializzate dell’Arma dei Carabinieri ed in particolare con i Nuclei Elicotteri di Treviso e Bolzano, il Nucleo Natanti dei Carabinieri di Venezia e con il Nucleo Subacquei Carabinieri di Trieste e di un controllo sempre piu’ mirato ed efficace nei confronti di chi immette illecitamente nel mercato clandestino i beni archeologici sottratti al pubblico godimento.

Nello specifico, veniva sottoposta a stretta vigilanza la zona compresa lungo il corso del fiume Adige dalla Provincia di Bolzano a quella di Verona, quale antico crocevia di uomini e merci (ambra, selci, piccoli utensili ed accessori di uso comune) che per millenni hanno transitato il cuore dell’Europa.

I servizi svolti permettevano, in perfetta sinergia con le Soprintendenze Archeologiche competenti per territorio – come e’ stato detto stamani in un incontro con i giornalisti a Palazzo Ducale, a Venezia – di monitorare oltre 100 siti archeologici, aggiornando le relative schede con le foto effettuate durante i sorvoli aerei, identificare numerosi soggetti votati a questo tipo di attivita’ illegali ed alla ”mappatura” dei luoghi d’interesse frequentati dagli stessi, come il santuario preistorico di Collina Alta a Caldaro ed i vari insediamenti antropici di Settequerce sempre a Bolzano, la Caverna dell’Orso nell’area pertinente il Parco Naturale Regionale della Lessinia (VR) o il paleoalveo del Natis da Aquileia a Grado.

 


Fonte: ASCA 12/06/2008

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