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TARANTO. La raffinatissima oreficeria magnogreca al Museo Archeologico Nazionale.

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Un diadema in oro e pietre dure, riccamente decorato con motivi vegetali. Un sorprendente ed elaboratissimo orecchino a navicella decorato con motivi fitomorfi e figure alate (le cosiddette nikai), il tutto realizzato con la tecnica della filigrana. Un bizzarro schiaccianoci a forma di mani, in bronzo con decorazioni dorate, che farebbe la gioia di tanti odierni appassionati di decorazioni da tavola. Un’elegante teca in forma di conchiglia con, al centro della valva, la figura di una Nereide che cavalca un cavallo marino. E poi ancora braccialetti, collane, anelli, pendenti, sigilli, monili il tutto in ottimo stato di conservazione e in fogge ricercatissime.
tarantoSono questi alcuni dei cosiddetti ori di Taranto, la straordinaria raccolta di arte orafa di età ellenistica (risalente quindi a un periodo compreso tra il IV e il II secolo avanti Cristo) conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MarTa), che agli ori ha dedicato un’apposita sala (tra le più gettonate e famose del museo) e proveniente da alcune necropoli del territorio.
A quel tempo, Taranto e dintorni erano al centro di quello che oggi potremmo identificare come un “distretto dell’oreficeria”: la produzione di oggetti preziosi era qui molto diffusa e le botteghe, attingendo con tutta probabilità a fonti d’ispirazione provenienti dalla Grecia, si tramandavano le tecniche di lavorazione di generazione in generazione (anche se, purtroppo, non ci sono rimasti i nomi degli artigiani che diedero vita a una così fiorente e raffinata produzione)…

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Fonte: www.finestresullarte.info, 20 dic 2019

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