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Stefania Chirico. I segreti delle colline di Loreto Aprutino (Pe).

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Quali immagini affiorano, parlando di Loreto Aprutino? Senza dubbio immense distese di ulivi, pendii collinari, vigneti, e feste che annualmente scandiscono ricorrenze e rievocano la cultura locale.
Questi sono gli elementi che rendono Loreto Aprutino unico e indubbiamente sui generis, tant’è che numerose riviste e siti internet ne mettono in luce gli aspetti naturalistici ed enogastronomici.
Ma ci siamo mai chiesti come mai questo paese ha da tempo suscitato l’interesse di figure professionali quali archeologi e storici? Probabilmente, ogni volta che si osserva il paesaggio aprutino, bisognerebbe anche riuscire a “scavare” con lo sguardo i pendii collinari, sia per scoprire quanto effettivamente la terra cela da innumerevoli secoli, sia per entrare in contatto con le civiltà che hanno vissuto tale territorio, lasciandovi elementi, segni e tracce tutt’oggi visibili, quali ad esempio gli strumenti tipici dell’olivicoltura conservati presso il “Museo dell’Olio” o la distribuzione delle abitazioni sparsa e distanziata sul territorio collinare che richiamano quella tipica delle antiche villae romane.
A partire dal 1991, come noto, sono iniziate intense attività di scavo promosse dal Ministero per i beni e le attività culturali e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, l’Archeoclub d’Italia e con le Università di Siena e Pisa e di Chieti per riportare alla luce gli oggetti del passato. Moltissimi dei reperti rinvenuti sono conservati presso il museo archeologico “Antiquarium” che, in senso cronologico, espone e racconta la storia di Loreto Aprutino, iniziando dalla Preistoria e giungendo al Medioevo. L’attuale struttura abitativa rievoca tale periodo storico: essa fascia il pendio collinare in modo continuo, fino ad arrivare alla sommità del colle, lì dove sorge il Castello.
Attualmente, gli unici reperti archeologici ancora visibili in situ sono una cisterna di origine romana situata all’incrocio tra Via Degli Uliveti e Strada Fiorano e una tomba del periodo romano-imperiale in via Santa Maria delle Grazie.  
Passeggiando lungo il territorio e visitando questi siti, si percepisce aria di storia e di cultura e si ha quasi consapevolezza che ancora moltissimi altri reperti sono da riportare alla luce. D’altronde, appare evidente la diffusione delle risorse archeologiche sparse sul territorio, rendendo, di conseguenza, difficile la realizzazione di un percorso archeologico che guidi la visita e la conoscenza di queste aree.
Sulla base di tali aspetti, si auspica che l’Amministrazione locale e gli Enti coinvolti, sensibili agli aspetti di archeologia e di cultura locale, continuino a collaborare in modo efficiente e sinergico per fare affiorare nuovi reperti del patrimonio storico-archeologico di Loreto Aprutino e ne diffondano conoscenza, attraverso efficaci attività di valorizzazione e di comunicazione del territorio.
Allo stesso tempo, anche la popolazione locale dovrebbe sentirsi intensamente coinvolta ed interessata a conoscere, fruire e diffondere la cultura archeologica del proprio luogo di appartenenza, poiché forte è il legame che intercorre tra presente e passato ed evidenti sono i segni lasciati sul territorio che stimolano la memoria: eventi culturali, edifici, struttura urbanistica derivano da genti che ci hanno preceduto e che hanno costruito sia cultura materiale, sia cultura immateriale. Entrambe costituiscono il patrimonio genetico della popolazione attuale e futura e devono essere note, vissute, valorizzate.

Autore: Stefania Chirico, Dottoranda di Ricerca in “Progetto e tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali”, Politecnico di Milano – Dipartimento BEST
stefychirico@tiscali.it

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