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SPAGNA. Scoperto un enorme complesso megalitico.

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Uno straordinario ritrovamento archeologico è avvenuto in Spagna grazie a… un campo di avocado. Sono stati infatti gli apprezzamenti di un territorio destinato a una piantagione del costoso frutto a Huelva, nel sud del Paese, a rivelare un enorme complesso megalitico con oltre 500 pietre erette su una superficie complessiva di circa 600 ettari. Ora, stando agli archeologi, questo nuovo sito sulla sponda del fiume Guardiana, al confine con il Portogallo – che sorge non lontano da un altro sito, i cui lavori sono iniziati nel 2021 – potrebbe essere uno dei più grandi d’Europa.
Nel sito è stato trovato un gran numero di elementi megalitici di diverso tipo, una rarità stando alla co-direttrice del progetto e professoressa di Preistoria all’Università di Alcalá Primitiva Bueno-Ramírez. Vi sono infatti molte pietre erette – le più comuni, toccano quota 526 –, dolmen (un tipo di tomba megalitica), cromlech (cioè cerchi di pietre), allineamenti di menhir lungo assi comuni, così come tumuli, ciste e recinti, tutti conservati benissimo stando alla fotointerpretazione di immagini satellitari e aeree e alla tecnologia LiDAR (che utilizza il laser).
“Ad oggi non si conosce una concentrazione così compatta di siti megalitici, con tali aspettative di ottenere dati archeologici, in nessuna parte d’Europa”, ha detto Bueno-Ramírez. “Questa è la più grande e diversificata collezione di pietre erette raggruppate nella penisola iberica“, ha aggiunto José Antonio Linares, ricercatore dell’Università di Huelva e co-direttore del progetto, che ha detto anche che probabilmente le pietre erette più antiche nel sito di La Torre-La Janera – la cui altezza è compresa tra uno e tre metri, inclusa la parte sepolta nel terreno – risalgono alla seconda metà del VI o V millennio a.C.
Lo scopo del sito appena trovato ancora non è certo, ma era probabilmente a uso astronomico: la maggior parte dei menhir è infatti raggruppata in 26 allineamenti (contenenti da una a sei file) e due cromlech, entrambi situati sulle cime delle colline del sito con una chiara visuale a est, cosa che avrebbe permesso di vedere l’alba durante i solstizi e gli equinozi.
Ora cominciano i lavori, che dovrebbero durare fino al 2026, ma ci sono buone notizie per gli amanti dell’archeologia: stando alla co-direttrice del progetto, alla fine della campagna di scavi di quest’anno e prima dell’inizio della prossima, una parte del sito potrà essere visitata.

Autore: Giulia Giaume

Fonte: www.artribune.com, 25 ago 2022

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