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SPAGNA. Scoperti ornamenti di vetro dell’antico Egitto prima della colonizzazione fenicia.

Come arrivavano gli ornamenti di vetro dall’Egitto e dal Vicino Oriente alla penisola iberica? Quali misteriose rotte commerciali attraversavano il Mediterraneo? Una scoperta eccezionale getta luce su questo affascinante intrigo archeologico: oggetti di vetro datati tra il XVI e il X secolo a.C. sono stati trovati in siti della Spagna sud-orientale, suscitando nuove domande.
Un team internazionale, guidato dalle Università di Alicante (UA) e Augsburg, ha analizzato 17 ornamenti di vetro provenienti da siti archeologici delle province di Alicante e Albacete. I risultati, frutto di un’approfondita indagine archeometrica interdisciplinare, rivelano l’importanza e la complessità delle rotte commerciali durante l’Età del Bronzo. Tra i luoghi di ritrovamento principali spiccano Cabezo Redondo a Villena, El Amarejo ad Albacete e Peña Negra a Crevillente. Alcuni ornamenti mostrano una produzione legata al Mediterraneo orientale, altri testimoniano scambi con l’Europa centrale, mentre spicca una straordinaria perla di blu egiziano, datata tra il X e il IX secolo a.C.: una traccia precocissima di questa sostanza nel Mediterraneo occidentale.
Il blu egiziano, antica sostanza vetrosa prodotta con natrone (un sale naturale tipico delle regioni egiziane), rappresenta una pietra miliare negli studi di tecnologia del vetro. Mentre nel Bronzo Tardo predominavano ornamenti realizzati con cenere vegetale (una tecnica diffusa sia in Medio Oriente che in Europa centrale), i manufatti in blu egiziano testimoniano un’avanzata evoluzione tecnologica associata al Mediterraneo orientale, databile tra i secoli X e IX a.C. In particolare, il rinvenimento di questa perla a Peña Negra, in contesti precedenti alla colonizzazione fenicia, dimostra l’esistenza di reti commerciali di lungo raggio e di un’élite locale capace di acquisire materiali prestigiosi da territori lontani.
Gli altri ritrovamenti non sono meno significativi. L’ornamento di fayenza LMHK scoperto a El Amarejo, attribuito a produzioni locali europeo-centrali, attesta contatti diretti con il cuore del continente. Parallelamente, le perle rinvenute a Cabezo Redondo evidenziano un alto grado di specializzazione artigianale ed affinità con le aree costiere del Mediterraneo orientale.
Secondo gli studiosi, ci troviamo di fronte ad una rete di scambi molto più vasta e dinamica di quanto immaginato finora, che precede di secoli la presenza stabile dei Fenici nella penisola iberica. Questa scoperta, dunque, non solo arricchisce le conoscenze sulle tecnologie antiche del vetro, ma suggerisce un sistema di relazioni culturali e commerciali altamente sofisticato.
Gli studiosi coinvolti, tra cui Cinzia Bettineschi (Università di Augsburg) e Mauro S. Hernández Pérez (UA), sottolineano come questi dati aprano nuove prospettive di ricerca.
Tra i quesiti ancora irrisolti emergono: quali gruppi facilitavano il trasporto di questi materiali attraverso il Mediterraneo? E fino a che punto la penisola iberica adottava o trasformava tecnologie e stili anteposti? L’importanza della collaborazione internazionale e interdisciplinare si configura come il cuore della ricerca. Questo studio rappresenta un punto di svolta nell’ambito degli studi archeometrici nella Spagna meridionale e contribuisce in modo significativo alla comprensione della Preistoria europea.
Con la domanda sui “gruppi intermedi”, ci si riferisce a comunità, popoli o reti di commercianti che svolgevano il ruolo di mediazione culturale ed economica nei lunghi scambi commerciali tra luoghi distanti, come l’Egitto e la penisola iberica, nel contesto dell’Età del Bronzo.
I gruppi intermedi erano:
Commercianti o navigatori che operavano lungo rotte già consolidate, trasportando materiali in più tappe.
Popoli localizzati strategicamente lungo coste, isole o aree di passaggio, che fungevano da hub commerciali.
Artigiani-mediatori che ricevevano materie prime, le trasformavano in manufatti e le rivendevano a un mercato più ampio.
Esempi storici noti:
I Cretese-micenei, attivi nel Mediterraneo orientale (XV–XIII sec. a.C.), erano esperti nel commercio di beni di lusso, inclusi vetri e metalli.
I popoli delle coste levantine, come i Cananei, veri e propri pionieri del commercio marittimo.
Comunità locali lungo l’Europa centrale che scambiavano risorse come metalli e vetro con produzioni mediterranee.
Collegare le rotte commerciali: Il vetro ritrovato lungo la costa sud-orientale della Spagna non viaggiava direttamente dall’Egitto, ma probabilmente attraversava passaggi intermedi:
Dal Mediterraneo orientale (Egitto e Vicino Oriente) raggiungeva hub commerciali a Creta, Cipro o sulla costa levantina.
Da questi veniva forgiato in piccoli lotti e trasportato via mare (magari attraverso Sardegna o Sicilia), e di lì nell’Iberia.
Distribuzione locale: I popoli intermedi custodivano e negoziavano i materiali prima che raggiungessero le élite locali.
Nella penisola iberica del Bronzo Finale, alcune stazioni commerciali — come quella a Peña Negra — potrebbero esser state punti intermedi locali, ricevendo manufatti provenienti dal Mediterraneo orientale prima di distribuirli in aree vicine. Allo stesso tempo, gli scambi centroeuropei, come evidenziato dai materiali ritrovati a El Amarejo, indicano che vi fosse anche un’interconnessione con popolazioni a nord della penisola.
Conclusione: I “gruppi intermedi” rappresentano gli anelli di congiunzione tra produttori e destinatari finali. Comprenderne il funzionamento permette di ricostruire le intricate e sofisticate reti commerciali del Medio e Tardo Bronzo nel Mediterraneo, ampliando la visione di una globalizzazione ante-litteram.
Le tecniche di fabbricazione del vetro, emerse dagli studi sugli ornamenti ritrovati nei siti archeologici iberici, rivelano due principali metodologie utilizzate durante l’Età del Bronzo:
1. Tecnica con cenere vegetale
Descrizione: Questa tecnica prevedeva l’utilizzo di cenere vegetale, combinata con sabbia silicea. Tale metodo era largamente diffuso in Egitto e nel Vicino Oriente già dal II millennio a.C..
Caratteristiche:
Tipica del Bronzo Tardo (circa dal XVI al XII secolo a.C.).
Il vetro prodotto conteneva livelli di sodio più elevati, favorendo la fusione a temperature inferiori.
Utilizzata per creare ornamenti decorati, spesso arricchiti con motivi a bande colorate.
Distribuzione: Diffusa nel Mediterraneo orientale e nell’Europa centrale, indicativa di una vasta rete commerciale in quel periodo.
2. Tecnica con natrone
Descrizione: Il natrone, un sale naturale ricavato da laghi evaporati, veniva usato come flussante al posto della cenere vegetale. Questa innovazione è associata alla tradizione egizia e al Mediterraneo orientale.
Caratteristiche:
Tipica del Bronzo Finale (secoli X-IX a.C.).
Permetteva una produzione di vetro più stabile, brillante e facilmente lavorabile.
Associata alla fabbricazione del celebre blu egiziano, una sostanza vitrea dalla forte connotazione simbolica ed estetica.
Distribuzione: Documentata nei ritrovamenti di Peña Negra (Spagna) e in alcuni contesti mediterranei, come testimonianza di scambi con il Vicino Oriente.

Fonte: stilearte.it 22 apr 2025

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