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SICILIA: Segesta, agorà da fare invidia.

Importanti ritrovamenti dopo la sesta campagna di scavi della Scuola Normale. Si è da poco conclusa a Segesta la sesta campagna di scavi condotta dal Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia della Scuola Normale di Pisa, sotto la guida del prof. Carmine Ampolo.

Le due settimane di scavo si sono concentrate anche quest’anno nell’area dell’agorà, la grande piazza monumentale che si estendeva dove oggi è il piazzale di arrivo della strada che conduce al teatro e al castello medievale.

“Le ricerche di questi ultimi anni hanno condotto a risultati eccezionali – dice il prof. Ampolo – poiché lo stato di conservazione del portico e soprattutto del basolato della piazza sono stati rinvenuti in ottime condizioni, malgrado le grandi spoliazioni effettuate in tutto il sito in età medievale. Dopo queste ultime ricerche, ritengo che l’agorà di Segesta sia quella meglio conservata in Sicilia. Infatti, abbiamo ritrovato gran parte delle basi delle colonne del portico che cingeva l’area nella loro posizione originaria, anche se inglobate nei muri di edifici medievali che si sono sovrapposti alle strutture di età ellenistica e romana». Lo scavo ha messo in luce diversi basamenti, o perlomeno le tracce di questi, relativi a piedistalli di statue che dovevano trovarsi tutt’intorno alla piazza; uno di questi a forma di L doveva ospitare un grande gruppo statuario. “A Segesta – continua il prof. Ampolo – quasi certamente nel corso del II secolo a. C., fu messo in atto un grande progetto unitario, forse di uno stesso architetto, che cancellò quasi ogni traccia del precedente impianto urbano, allo scopo di realizzare un’ampia area pubblica monumentale. Il rifacimento dell’agorà, che rientrava in questo nuovo piano urbanistico, fu attuato attraverso il taglio nel banco roccioso di un doppio terrazzamento sui quali si realizzò un portico su due ordini di altezza.

La monumentalità di quest’opera è evidente dai dati dello scavo che ha messo in luce buona parte degli elementi architettonici come colonne e architravi.

Tra l’altro, le colonne del portico, in stile dorico, dovevano essere ricoperte di stucchi come abbiamo potuto accertarci da alcuni elementi raccolti.

Si capisce, quindi, come Segesta si distingueva nel panorama delle città ellenistiche della Sicilia per la sua grande architettura. Oltre al tempio, al teatro e alle mura, oggi gli scavi hanno portato alla luce un ulteriore elemento di grandissimo rilievo architettonico che è l’agorà. Ritengo auspicabile un progetto di ricostruzione, anche se parziale, del grande portico che cingeva la piazza, dato che ancora si conservano gran parte degli elementi che lo costituivano. Un tale progetto muterebbe notevolmente il paesaggio architettonico che oggi il visitatore può apprezzare a Segesta, rendendosi conto ancor più dell’eccezionalità del sito”.

Ma, gli scavi eseguiti dalla Scuola Normale di Pisa hanno messo in luce altri elementi di grande rilievo, come un tratto della grande strada che conduceva in direzione dell’agorà stessa e poi, biforcandosi, continuava verso il teatro attraversando tutta l’acropoli di Segesta. “Abbiamo trovato le tracce di un portico coperto che presenta continuità con la strada di accesso all’agorà. Quest’area è stata per secoli il cuore della città di Segesta. L’agorà, in età romana, continuò a vivere come foro e nel I secolo a. C. venne realizzato un piccolo tempio con un edificio adiacente, al margine del quale si è rinvenuta una iscrizione che ricorda l’opera del prefetto Lucio Cecilio Marziale che abbellì la piazza”.

Fonte: La Sicilia 04/06/05
Autore: Antonino Filippi
Cronologia: Arch. della Magna Grecia
Link: http://lasicilia.it

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