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ROMANS D’ISONZO (Go). I Longobardi di Romans senza segreti.

A partire dal 1986, anno in cui alle porte del paese venne scoperta casualmente la necropoli longobarda, che col successivo rinvenimento di oltre 200 resti umani si colloca come una tra le più vaste d’Italia, Romans d’Isonzo ha assunto una notorietà e una valenza europea sia nell’ambito di coloro che studiano il processo delle migrazioni all’interno del vecchio continente, sia in seno al mondo dell’archeologia e di quanti sta a cuore capire le usanze e le tradizioni dei popoli ormai scomparsi.
Si può inoltre aggiungere che da qualche anno Romans, sempre nell’ambito della sua necropoli longobarda, si è fatto ulteriormente conoscere nel mondo scientifico europeo e forse anche oltre, in virtù di alcuni importanti studi e ricerche con relative pubblicazioni, in cui sono stati posti i risalto i dati scaturiti dalle analisi effettuate sui resti ossei dei defunti longobardi locali.
Una serie di studi intesi a porre in evidenza non solo le cause della morte delle persone sepolte, ma pure le loro usanze alimentari e le carenze nutrizionali lasciate impresse come un testamento biologico nei resti ossei presi in esame. Dati scientifici di grande valenza, frutto della professionalità e dell’impegno dell’antropologo Gaspare Baggieri, direttore coordinatore presso la Soprintendenza al Museo nazionale preistorico ed etnografico Luigi Pigorini di Roma.
Baggieri, che ha stretto una sorta di legame col gruppo di ricerca «I Scussons» di Romans, da sempre impegnato nel valorizzare la necropoli romanese, ha dato alle stampe alcune realizzazioni scientifiche, tra cui il libro dal titolo «Valutazione sperimentale degli indici mascellari (MaNdibole) per una ipotesi di appartenenza sessuale in alcuni individui provenienti dalla necropoli alto-medievale di Romans d’Isonzo (Go)».
In questi giorni, inoltre, dopo una serie di trasferte a Romans, dove ha prelevato alcuni campioni ossei dei resti dei longobardi rinvenuti nella necropoli di via Molino, Baggieri, assieme a Giuseppe Guida, chimico direttore coordinatore presso l’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro del ministero per i Beni e le attività culturali, ha realizzato una nuova opera editoriale, di quasi 200 pagine, edita a cura de «I Scussons», dal titolo «Romans d’Isonzo – Osso umano antico al Sem (morfologia strutturale)».
Si tratta di rilevamenti assunti col Sem, il microscopio elettronico a scansione, che abbinato ad un sistema di microanalisi a raggi X (Eds – Energy Dispersion Spectroscopy), fornisce informazioni sull’aspetto, sulla natura e sulle proprietà di superfici e degli strati sottostanti di campioni solitamente solidi e permette di effettuare delle analisi qualificative e quantitative su aree di minuscoli campioni.
Le immagini radiologiche sono state acquisite presso la struttura operativa di radiologia dell’ospedale di Gorizia diretta da Giorgio Rizzatto, con la collaborazione del dottor Piero Pellegrini per le acquisizioni di tomografia computerizzata a la Tsrm Manuela Grion, di Romans, per le acquisizioni di mammografia digitate.
Il libro verrà presto presentato a Gorizia e quindi anche a Romans.

Autore: Edo Calligaris

Fonte: il Piccolo, 24 febbraio 2010.

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