Archivi

ROMA. Scoperto il secondo porto.

Vi facevano sbarcare gli animali destinati agli spettacoli nelle arene e nel Colosseo. Un porto alternativo a quello di Ostia per evitare il rischio contagio tra gli animali, i naviganti e i cibi.

Si trovava all’Infernetto, quartiere tra le pinete di Castelporziano e di Castelfusano lungo la via Cristoforo Colombo, uno dei porti dell’antica Roma. Quello che era considerato solo un indizio avanzato dagli archeologi circa 15 anni fa, ha trovato ora conferma in alcuni ritrovamenti e nello studio avanzato dalla Soprintendenza di Ostia.

“E’ molto probabile – afferma l’archeologa Flora Panariti – che in questa zona, interessata da un vastissimo stagno, venissero fatti sbarcare gli animali esotici impiegati per i giochi romani. Sempre qui, probabilmente, gli animali erano mantenuti per un breve periodo di quarantena”.

Le numerose scoperte sono state anticipate ieri in un’assemblea con gli studenti e saranno ora oggetto di studio da parte della Soprintendenza di Ostia.                 

Un acquedotto interrato, dalla sezione di 1 m per un’altezza di 3 m con diversi pozzi di ispezione, è stato scoperto in via Bedollo. Una villa rustica, con impianto produttivo e 3 scheletri, sono venuti alla luce presso via Nicolini. Un viottolo di epoca imperiale si trova tra via Canale della Lingua e via Bertoni.

“Un’iscrizione su una lapide scoperta nelle vicinanze, risalente all’epoca Domizianea – aggiunge l’archeologo Andrea Carbonara – indica come il luogo funzionasse da centro di raccolta per gli animali”.

Tutti i rinvenimenti sono attiribuibili al periodo compreso tra la metà del I sec. a.C. e la metà del I sec. d.C. Un’ulteriore conferma a questa rivelazione degli studiosi proviene dal rinvenimento dello scheletro di un elefante nel 1938 nella zona di via del Martin Pescatore, angolo via di Castelporziano. Nel 1990 fu documentata la scoperta di bitte per l’attracco delle navi e alcune infrastrutture. E’ verosimile, dunque, che gli animali arrivassero all’Infernetto separati dal resto dei traffici e che qui, – afferma l’archeologa Panariti – presso alcune ville rustiche, venissero sottoposti ad un regime di quarantena.


Fonte: Il Messaggero Roma, 23/09/2006
Autore: Giulio Mancini
Cronologia: Arch. Romana

Segnala la tua notizia