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ROMA. Riaffiora l’antica via Collatina.

Nel corso di lavori di ampliamento della Collatina sono emersi i basoli di lava di una strada romana, preservatasi intatta nella sua originaria bellezza. Il tratto congiungeva le antiche città latine di Gabii e Collatia.

Oggi sulla striscia asfaltata le auto corrono verso la città, mentre poco distante appare nella sua intatta bellezza la strada romana, lastricata con basoli di lava, come l’Appia Antica, per un percorso ininterrotto di circa cinquanta metri. La scoperta è avvenuta durante i lavori di ampliamento della Collatina, quando tra via Ponte Nona e via Collatina sono emersi i poligoni di basalto del tracciato romano.

Il responsabile dei lavori di scavo per la Soprintendenza archeologica di Stato è Stefano Musco che spiega che la strada venne realizzata in un periodo compreso fra la fine dell’età regia e il principio di quella repubblicana, ma la porzione portata in luce risale a una risistemazione d’epoca imperiale. Insieme alla strada, scoperta importante nel quadrante orientale del suburbio romano, sono riaffiorate anche alcune sepolture primitive e una stazione di posta.

Gli scavi e il lavoro di catalogazione sono stati sovvenzionati dal Campidoglio che ha messo a disposizione centosettanta mila euro per l’assistenza scientifica, grazie ai quali è stato possibile effettuare i rilievi e la catalogazione di tutte le testimonianze individuate, dalle strutture archeologiche ai reperti, e gli stessi lavori di scavo.

Il tracciato riesumato si collega alla Collatina, strada importante che da Porta Triburtina congiungeva Roma con Collatia, sita all’altezza della Rustica. Invece, Collatia era collegata a Gabii attraverso questo percorso, originariamente chiamato via Gabina. In epoca imperiale questi due insediamenti erano già stati inglobati a Roma, ma in epoca regia e repubblicana Gabi e Collatia conobbero momenti di splendore e popolarità.

Lo storico Tito Livio ci tramanda che a Collatia la nobildonna Lucrezia, moglie del signore della città, Collatino, si uccise a causa dell’onta recatagli da Sesto, figlio del re Tarquinio il Superbo. E da Collatia prese il via la ribellione contro la monarchia che portò alla fondazione della res publica.

Stefano Musco ipotizza per un prossimo futuro la segnalazione dell’antico percorso della Collatina e della Gabina, spiegando che il tracciato è conosciuto punto per punto. Il progetto di Musco rappresenterebbe un’opportunità per rivedere la storia di questa zona devastata da interventi urbanistici dissennati.

L’assessore Ghera dichiara che il recente ritrovamento deve renderci consapevoli della possibile integrazione tra moderno e antico e della necessità di coniugare le esigenze di salvaguardia di un bene con la valorizzazione delle zone degradate. L’archeologia costituisce una risorsa e un valore aggiunto per l’opera pubblica: infatti, è importante scommettere su questa felice unione per rilanciare le aree periferiche, non solo realizzando infrastrutture, ma anche valorizzando elementi che ricostruiscano l’identità del territorio.

Autore: Martina Calogero

Fonte: Archeorivista.it, 11/12/2009

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