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ROMA – L’OBELISCO PIU’ CONTESO

Sono stati recuperati in questi giorni dai tecnici del Ministero dei Beni culturali i pezzi pericolanti della stele di Axum. Nel Laboratorio dell’Istituto centrale per il restauro, dove sono stati momentaneamente ricoverati, si trovano anche le altre parti cadute dall’obelisco lo scorso 28 giugno a causa di un fulmine.
Come si ricorderà, il monumento è da ben 55 anni al centro di un’annosa contesa tra l’Italia, dove giunse nel 1937 come trofeo di guerra, e l’Etiopia, cui fu sottratto da Mussolini. Le condizioni per la restituzione erano già state fissate all’articolo 37 del trattato di pace del 1947. In tutti questi anni varie sono state le vicissitudini e le opinioni che hanno contribuito alla permanenza dell’obelisco in Italia. Si è persino tentato di barattare il monumento col progetto di costruzione di un ospedale in Etiopia. E, nonostante il 19 Luglio scorso il Consiglio dei ministri abbia firmato il decreto per il suo definitivo ritorno in patria, le polemiche continuano. È di qualche giorno fa un’intervista ad Amedeo d’Aosta durante la quale egli raccontava di come il negus Hailè Selassiè gli avrebbe privatamente manifestato la propria intenzione di donare la stele all’Italia. E mentre ad Axum, nel parco archeologico sulle rive del Mai Heggià, si è già predisposto il vano che ospiterà il monumento, mentre all’aeroporto si è costruita una pista atta all’atterraggio del velivolo destinato al trasporto ed intorno all’aeroporto si è predisposta una strada per il ritorno a casa dell’oggetto della discordia, in Italia si discute dei danni che lo smontaggio ed il trasporto potrebbero arrecare, senza contare quelli che nel frattempo sta operando il trascorrere del tempo.
Fonte: Il Manifesto
Cronologia: Arch. Orientale

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