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ROMA. Crolla pezzo di muro della Palestra dei gladiatori.

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L’imperatore Domiziano la fece costruire a due passi dal Colosseo e oggi i gladiatori rischiano di perdere la loro storica “casa”. Il Ludus Magnus, la casermapalestra dei “ludi gladiatores” di Roma, perde i pezzi. E non si tratta di qualche distacco di pochi centimetri, o pochi grammi, ma di un intero muro che è venuto giù, riducendo la cortina antica ad un cumulo di frammenti.
Il danno ha investito la struttura muraria al lato di una delle “bocche” d’accesso all’arena, l’area di allenamento dei gladiatori dalla forma ellissoidale che si apre al centro degli antichi alloggi. Muro che fino al 2009 c’era, come testimoniano le documentazioni fotografiche, e che oggi appare completamente franato.
Ma ad accrescere lo spettacolo impietoso di un malessere archeologico diffuso nel sito sono i frequenti e corposi sfaldamenti della cortina che si registrano in più punti, col risultato di sfoggiare materiale antico a terra in modo diffuso, e non solo all’altezza del crollo. Tant’è che è stato predisposto anche un nastro da cantiere bianco/rosso di sicurezza. Eppure il complesso del Ludus Magnus, che rimane sotto la competenza dei beni archeologici della Sovraintendenza del Comune di Roma, vanta un gioiello di arena costruita come copia perfetta a scala ridotta di quella dell’Anfiteatro Flavio.
L’edificio, voluto da Domiziano e restaurato sotto Traiano, aveva una pianta simile a quella di altre caserme, con un sistema di alloggi e ambienti di servizio articolati su tre piani, che circondavano con un porticato lo spazio dell’arena centrale. Si racconta che anche Commodo, figlio di Marco Aurelio, appassionato di giochi gladiatori, vi si esibì. A stonare con questo evidente stato di degrado, dove non manca anche qualche bottiglia lasciata come souvenir di viaggio, è il contesto di alto traffico e flusso turistico che avvolge uno dei siti più importanti e famosi dell’antichità, a due passi com’è dall’area archeologica centrale, e storicamente legato al Colosseo con cui si collegata attraverso un passaggio sotterraneo.
“Non sono crolli, ma rilasci fisiologici delle murature antiche che avvengono e che si sono accumulati nel sito nel tempo  commenta il sovrintendente capitolino Umberto Broccoli “Per noi, il monumento è sotto stretto controllo, proprio ieri una nostra funzionaria ha svolto il sopralluogo e la faccio pulire attraverso il progetto sociale che coinvolge i detenuti di Rebibbia. È un’area comunque chiusa al pubblico, ed è indubbio che abbia una posizione delicata, perché è in una zona ad alto traffico, e di notte ha proprio lì accanto una movida straordinaria”.
E il degrado sembra intaccare anche i resti della Porticus del Colosseo, il porticato che circondava su tre lati l’Anfiteatro Flavio, e che oggi si vedono lungo il tratto finale di via dei Fori Imperiali, tra diffusi frammenti lapidei e vegetazione incolta.

Autore
: Laura Larcan

Fonte: la Repubblica, Roma, 02-06-2012

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