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RIAPRONO AL PUBBLICO LE CASE ROMANE DEL CELIO E L’ANNESSO ANTIQUARIUM

Il restauro condotto dalla Soprintendenza Archeologica di Roma ha affrontato tutti gli aspetti della conservazione legati ad ambienti ipogei, restituendo pregio agli affreschi danneggiati dalle precarie condizioni microclimatiche degli ambienti che li ospitavano e dall’invecchiamento dei prodotti utilizzati nei vecchi restauri. Nella Facciata della Domus tardoantica che prospetta sul Clivo di Scauro si apre il moderno ingresso al complesso di ambienti sottostanti la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo. In essi, secondo la tradizione, abitarono e furono sepolti, dopo avervi subito il martirio, i santi eponimi. La ricerca dei loro corpi spinse alla fine dell’Ottocento il Passionista Padre Germano di San Stanislao, a scavare gran parte delle stanze interrate sotto la Chiesa. Nelle strutture venute alla luce si colgono le trasformazioni subite dal complesso: da case di abitazione a insulae con tabernae, a ricca domus, a titulus Pammachii, dal nome dell’ultimo proprietario e fondatore della Basilica. I restauri hanno interessato soprattutto gli ambienti della domus tardoantica, nata dalla fusione e ristrutturazione delle insulae precedenti, con particolare riguardo alla decorazione parietale ad affresco che costituisce quasi un unicum per ricchezza e complessività. Anche per l’annesso Antiquarium è stato curato un nuovo progetto di allestimento ed esposizione museale dei reperti, che potranno così essere conservati in un ambiente climatizzato dove si potrà trovare un nuovo ed inedito racconto sui rapporti che legano il luogo al monumento ed agli oggetti. I materiali esposti, di età romana e medievale, sono molteplici. Tra i principali ricordiamo sculture, iscrizioni, suppellettili fittili e di vetro, metallo e osso, maioliche, bolli, intonaci, frammenti di apparati musivi e marmorei. Info 339.7342242.
Fonte: Ministero per i Beni Culturali
Autore: Rita Santolini Giordani
Cronologia: Arch. Romana

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